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Perché le zanzare pungono solo alcune persone? Lo spiega il dermatologo

09 July 2018
Curiosiscience

Con l’inizio dell’estate ritornano insidiose le zanzare: tormento delle notti estive per alcuni, mentre non infastidiscono minimamente altri. Da cosa dipende questa selettività? Esiste un fattore che determina la preferenza degli insetti per certe “prede”? Ne abbiamo parlato con il Dott. Santo Raffaele Mercuri, Primario di Dermatologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Si stima che una persona su cinque attiri le zanzare più degli altri, e di conseguenza si ritrovi più spesso a fare i conti con le loro punture e il prurito che ne consegue” spiega il Professore.

Sebbene la credenza popolare affermi che le zanzare pungano soltanto le persone con il sangue dolce, alcuni studi scientifici hanno dimostrato che non esiste un unico fattore a determinare chi siano le prede più appetibili per le zanzare, ma si tratti infatti di una combinazione di fattori, che includono caratteristiche fisiche ed abitudini, a rendere alcuni soggetti più predisposti rispetto ad altri ad essere morsi da questi insetti”.

Ovviamente parliamo di zanzare “femmine”, perché solo queste si nutrono del cosiddetto “pasto di sangue”, mentre le zanzare “maschi” si nutrono di sostanze zuccherine come il nettare dei fiori, la linfa, la polpa della frutta oppure, una volta superato lo stato larvale, non si nutrono più.

Uno dei fattori discriminanti è senz’altro il gruppo sanguigno di appartenenza. Le zanzare si nutrono generalmente del polline e della linfa delle piante, tuttavia le femmine di diverse specie, successivamente all’accoppiamento, vanno alla ricerca di sangue per avere proteine ed energie sufficienti per la deposizione delle uova fertili. La femmina assume in genere una quantità di sangue circa uguale al suo peso, ovvero 2-3 milligrammi. Questi insetti considerano il tipo 0 più “gustoso” di qualsiasi altro gruppo sanguigno. Sempre per questioni genetiche, circa l’85% delle persone produce un segnale chimico attraverso la pelle che indica il proprio gruppo sanguigno, infatti le zanzare sono attratte maggiormente da questo 85% di secretori rispetto al restante 15% della popolazione che, al contrario, non emette alcun segnale odoroso attraverso la propria pelle circa il gruppo sanguigno di appartenenza.

Dobbiamo anche tenere in considerazione il fatto che la traccia per eccellenza seguita dalle zanzare è senz’altro l’anidride carbonica che il nostro organismo produce, attraverso la respirazione e la traspirazione. Grazie ad alcuni recettori nelle loro mascelle, questi insetti riescono ad identificare la presenza di anidride carbonica emessa da qualcuno che si trova fino a 50 metri di distanza. Ne consegue che i soggetti che producono CO2 in maggiore quantità saranno i bersagli ideali. Questo spiegherebbe, ad esempio, perché le persone in sovrappeso e coloro che si dedicano maggiormente ad attività fisica, risultino più colpite e tendano ad attirare più facilmente le zanzare e a subirne gli attacchi, dal momento che hanno uno scambio ossigeno/anidride carbonica maggiore.

Oltre all’anidride carbonica, le zanzare percepiscono l’odore dell’acido lattico (il quale si forma nei muscoli dopo un’intensa attività fisica), dell’acido urico, dell’ammoniaca e di altre sostanze che espelliamo attraverso il sudore. È proprio quest’ultimo ad essere un altro fattore predisponente alle punture di zanzara. Ne consegue che le persone che tendono a sudare maggiormente, hanno proporzionalmente una maggiore probabilità di essere morse.

Il sudore, e quindi conseguentemente il nostro odore, viene influenzato da ciò che si mangia e si beve. L’assunzione di alcool, con particolare riferimento alla birra, tende a modificare gli odori che i soggetti emanano, aumentando in maniera significativa la probabilità di divenire attraenti prede per questi fastidiosi insetti. Si è scoperto, infatti, che dopo avere bevuto una classica lattina da 33 centilitri si aumentino le probabilità di essere punti.  Diversamente, particolari alimenti con elevate concentrazioni di vitamine del gruppo B (B1 e B6) e di vitamina C, come l’aglio, hanno anch’essi la capacità di alterare il nostro odore corporeo ed il nostro sudore, rendendoci però meno invitanti.

La temperatura corporea gioca un ruolo determinante nell’attirare l’insetto. Chi pratica attività fisica ha difatti un aumento temporaneo della temperatura corporea e produce un maggior quantitativo di acido lattico (sostanza contenuta nel sudore che le zanzare riescono a percepire), divenendo così una preda più probabile per le zanzare.

Anche la gravidanza è un fattore ulteriore. Donne in dolce attesa hanno una temperatura corporea più elevata e le zanzare, di conseguenza, le attaccano con una frequenza due volte superiore rispetto ad una donna che non aspetta un bambino. La pancia di una donna in gravidanza è di 1°C più calda del resto del corpo e questo fa sì che l’organismo produca più sudorazione, attirando questi fastidiosi insetti.

Altri  motivi discriminanti sono la presenza di batteri sulla nostra pelle (soprattutto le colonie che albergano nei pressi di piedi e caviglie attraggono maggiormente le zanzare, il che spiegherebbe perché pungano più frequentemente alle estremità) e il quantitativo di colesterolo e steroidi presente sulla nostra pelle (le persone con più alte concentrazioni attirano di più le zanzare).

Infine – conclude il Professore – gli indumenti che indossiamo possono aumentare o diminuire il rischio di essere morsi. In uno studio che ha confrontato varie tonalità, i ricercatori hanno segnalato risultati molto interessanti che hanno rivelato come le zanzare sono attratte dai colori scuri. Prediligono nell’ordine: nero, rosso, grigio e blu; richiamano invece meno la loro attenzione il kaki, il verde e giallo.

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