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Coronavirus isolato allo Spallanzani: cosa vuol dire e perché è importante

03 February 2020
Research

I virologi dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi pazienti in Italia – due turisti cinesi – sono riusciti ad isolare il virus 2019-nCoV, il nuovo agente responsabile dell’infezione che ha fatto dichiarare all’OMS lo stato di emergenza globale. Come è ormai noto, il virus appartiene alla famiglia dei Coronavirus, la stessa del virus SARS che causò la pandemia del 2002-2003. Nonostante fosse già stato isolato e sequenziato in altri Paesi, l’Italia è tra i primi Paesi in Europa ad aver raggiunto questo risultato, fondamentale per il perfezionamento dei metodi diagnostici esistenti e l’allestimento di farmaci antivirali.

Come è avvenuto l'isolamento del virus?

I ricercatori hanno prelevato dei campioni biologici dai pazienti infetti e li hanno seminati su un tipo di cellule specifiche (chiamate “Vero”), spesso usate in laboratorio perché particolarmente idonee alla replicazione dei virus. A 24 ore dall’infezione, gli scienziati hanno osservato un effetto citopatico nelle cellule, cioè un importante cambiamento nella loro morfologia, indice dell’avvenuta replicazione del virus. In questo modo è stato possibile isolare il virus rilasciato dalle cellule infettate e analizzarne il genoma, scoprendo che è molto simile al ceppo identificato a Wuhan.

Perché è importante avere il virus "in coltura" in laboratorio?

Avere a disposizione il virus in un sistema di coltura in vitro è cruciale, specialmente quando si ha a che fare con un virus nuovo come in questo caso, poiché consente:

  • di perfezionare l’attuale diagnosi e allestire nuovi metodi diagnostici (che garantirebbero di sviluppare test in grado di riconoscere gli anticorpi prodotti nella risposta immunitaria contro il virus);
  • di effettuare studi di replicazione del virus e testare farmaci che possano essere efficaci nel contrastare il patogeno;
  • di studiare la patogenesi, ovvero i meccanismi della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto di un vaccino.

La sequenza parziale del virus isolato nei laboratori dello Spallanzani, denominato 2019-nCoV/Italy-INMI1, è stata già depositata nel database GenBank, a disposizione della comunità scientifica internazionale. Questo risultato è un esempio di collaborazione, impegno e dedizione da parte dei ricercatori, in grado di ottenere in breve tempo risultati necessari per un rapido trasferimento delle conoscenze biologiche all’operatività medica, al fine di identificare al più presto possibili bersagli per la terapia.

Immagine di copertina: coronavirus, 1975; crediti: Centers for Disease Control and Prevention's Public Health Image Library

Nel testo: immagine mostrata durante la conferenza stampa del 02/02/2020 dalla Dott.ssa Maria Capobianchi, direttrice del laboratorio di Virologia dello Spallanzani

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