Progetti di Dottorato e Finanziamenti Europei

Progetti PNRR
Di seguito è possibile consultare le informazioni sui progetti finanziati dai fondi del PNRR
Medicina Molecolare
Dottorando: Erika Di Domenico
Supervisore: Emilie Venereau
Abstract
HMGB1 è una proteina nucleare rilasciata dalle cellule in seguito a stress o danni per agire come mediatore dell’infiammazione e della rigenerazione. Una minore espressione di HMGB1 all’interno della cellula e il suo rilascio nell’ambiente extracellulare sono stati associati a dei segni distintivi dell’invecchiamento. La nostra ipotesi di lavoro è che le cellule tendano a rilasciare HMGB1 con l’invecchiamento, a causa di uno stress costante, che porta a danni intrinseci alle cellule, nonché a segnalazioni infiammatorie inappropriate e danni a cellule e tessuti. Combineremo esperimenti di loss-of-function e gain-of-function per decifrare il contributo di HMGB1 nel processo dell’invecchiamento.
Obiettivi e Risultati attesi
Ci aspettiamo di decifrare il contributo di HMGB1 al processo di invecchiamento, valutandone il suo potenziale come biomarker per distinguere tra un invecchiamento sano e patologico, e valutando il potenziale terapeutico della proteina ricombinante HMGB1 nelle cellule invecchiate.
Risultati raggiunti
Abbiamo identificato alterazioni specifiche di HMGB1 nei tessuti durante l'invecchiamento, con una significativa riduzione nel tessuto adiposo e nella milza, e un aumento nel fegato.Nei topi KO per HMGB1, abbiamo osservato alterazioni nello stoccaggio lipidico, resistenza all'accumulo di grasso associato all'età e disfunzioni epatiche, insieme a un aumento dei trigliceridi circolanti. Le analisi comportamentali hanno rivelato deficit cognitivi e motori precoci che si stabilizzano con l'invecchiamento, sottolineando il ruolo duale di HMGB1 nell'omeostasi tissutale e nell'infiammazione durante l'invecchiamento.
Dottorando: Manuel Alejandro Montano Castillo
Supervisore: Marco Bacigaluppi
Abstract
L’ictus ischemico ha un esito clinico peggiore negli anziani rispetto ai giovani. Le alterazioni legate all’età del sistema immunitario possono dare origine a risposte immunitarie modificate che potrebbero potenzialmente avere un impatto sull’esito dell’ischemia cerebrale. In questo progetto investigheremo le alterazioni molecolari e cellulari legati all'età delle cellule immunatarie in topi anziani e il loro ruolo nel peggioramento dell'ictus ischemico e identificheremo nuovi bersagli terapeutici.
Obiettivi e Risultati attesi
Identificare i cambiamenti molecolari e cellulari nel compartimento immunitario correlati all’esito dell’ischemia cerebrale per scoprire nuovi bersagli terapeutici per migliorare il trattamento dell’ischemia cerebrale negli anziani
Risultati raggiunti:
Abbiamo utilizzato l’allenamento fisico come strategia per migliorare gli esiti dopo un ictus sperimentale in topi anziani e per studiare le differenze tra gruppi allenati e sedentari. Le nostre osservazioni hanno rivelato che un esercizio fisico volontario appropriato porta a un miglioramento dell’esito post-ictus. Sono necessarie analisi approfondite per comprendere meglio i cambiamenti e il ruolo dell’ematopoiesi e delle cellule infiammatorie nel miglioramento dell’esito dell’ictus.
Dottorando: Luisa Ricci
Supervisore: Simone Cardaci
Abstract
Una delle principali patologie associate è l’invecchiamento è il cancro ed è interessante notare che le alterazioni metaboliche, oltre a essere alla base del processo di invecchiamento, siano anche fondamentali nel promuovere la trasformazione neoplastica. Questo progetto si prefigge lo scopo di analizzare i meccanismi molecolari alla base della riprogrammazione del metabolismo tumorale e di determinare come alcuni metaboliti presenti nel microambiente possano influenzare la progressione del tumore stesso.
Obiettivi e Risultati attesi
Tramite l’utilizzo di metodi computazionali, di chimica analitica e biologia cellulare, pianifichiamo di identificare le vulnerabilità metaboliche specifiche del tumore e le caratteristiche immuno-metaboliche alla base della crescita tumorale.
Risultati raggiunti
Abbiamo studiato la riprogrammazione metabolica derivante dalla perdita della succinato deidrogenasi (SDH) nel cancro e dimostrato che le cellule deficienti per SDH dipendono dall’alanina aminotransferasi mitocondriale per mantenere i livelli intracellulari di NAD+, essenziale per sostenere la glicolisi. Questa dipendenza rende le cellule deficienti per SDH vulnerabili alla deplezione di NAD+ tramite l'inibizione farmacologica della nicotinammide fosforibosiltransferasi (NAMPT), l'enzima limitante nella via di recupero del NAD+. Attualmente, stiamo esplorando nuove vulnerabilità metaboliche nelle cellule tumorali deficienti per SDH, integrando modelli matematici con dati trascrittomici, proteomici e analisi del tasso di scambio dei nutrienti determinati tramite LC-MS.
Dottorando: Ainhoa Viana Alzola
Supervisor: Dr. Jean-Michel Cioni
Abstract
Gli endosomi svolgono un ruolo essenziale nella funzione e nella sopravvivenza cellulare, regolando molteplici vie di traffico intracellulare. È stato dimostrato che i difetti nel traffico endosomiale si verificano durante l'invecchiamento e in un'ampia gamma di malattie umane ad esso legate, interessando principalmente il sistema nervoso. Un corretto traffico endosomiale è essenziale per la funzione e la sopravvivenza dei neuroni. Tuttavia, le cause e le conseguenze funzionali delle alterazioni delle funzioni endosomiali nei neuroni legate all’invecchiamento non sono ancora note.
Obiettivi e Risultati attesi
Questo progetto mira a indagare il legame tra le alterazioni del traffico endosomiale e della proteostasi nel cervello durante l’invecchiamento, concentrandosi sui cambiamenti molecolari che riguardano l’organello.
Risultati raggiunti
I nos tri dati hanno confermato alterazioni della via endosomiale nella corteccia cerebrale di topi di 18 mesi di età, correlate al processo diinvecchiamento. Abbiamo dimostrato che gli endosomi precoci sono associati agli mRNA nei neuroni maturi, suggerendo che il legame tra endosomi e trascritti persista anche nelle fasi avanzate dello sviluppo. Inoltre, abbiamo ottimizzato protocolli per isolare gli endosomi precoci dal cervello di topi anziani al fine di analizzarne il trascrittoma associato. Stiamo anche sviluppando modelli per indagare la relazione tra le alterazioni del traffico endosomiale legate
all’invecchiamento e la disregolazione della localizzazione dei trascritti. Gli esperimenti futuri saranno focalizzati sulla validazione dei nostri risultati e sull’identificazione dei meccanismi alla base della relazione tra i difetti endosomiali indotti dall’invecchiamento e le alterazioni delle dinamiche degli mRNA nei neuroni.
Dottorando: Roberta Vacca
Supervisore: Raffaella Di Micco
Abstract
Le terapie geniche con cellule ematopoietiche staminali e progenitrici richiedono l’attivazione ex vivo che, attraverso meccanismi non ancora conosciuti, può ridurre fortemente la funzionalità delle HSPC. Sta emergendo che un’accelerata proliferazione delle HSC, che dovrebbe verificarsi durante la manipolazione in coltura ma anche dopo il trapianto, potrebbe portare a danni al DNA attraverso l’accumulo di stress ossidativo, tutti fattori implicati nell’invecchiamento cellulare. Pertanto, proponiamo di integrare la conoscenza della biologia delle HSC invecchiate per preservare la funzionalità delle HSC durante la coltura e dopo il trapianto.
Obiettivi e Risultati attesi
Il progetto mira a identificare i meccanismi molecolari e cellulari dell’invecchiamento fisiologico nelle HSC e ad applicare questi risultati per migliorare l’efficacia delle applicazioni della terapia genica e cellulare per il trattamento delle malattie umane.
Risultati raggiunti
Il nostro studio ha rivelato che la procedura di editing del genoma scatena l’invecchiamento prematuro delle cellule staminali e progenitrici (HSPC) causato da attivazione dell’asse p38 MAPK-ROS nella regolazione del ciclo cellulare e del danno al
DNA. Abbiamo dimostrato che l’inibizione di p38 migliora la funzionalità delle HSPC e il potenziale di ripopolamento dopo trapianto, senza compromettere l’efficienza dell’editing genetico. Inoltre, abbiamo esplorato l’effetto delle condizioni ipossiche, che riducono lo stress ossidativo ma compromettono l’efficacia dell’editing. Infine, studi in un contesto di
espansione delle cellule staminali hanno evidenziato che un’aumentata proliferazione induce danno al DNA e riduce la capacità di differenziamento, sottolineando l’importanza del controllo della proliferazione per migliorare la funzionalità delle HSPC
Dottorando: Alessandra Weber
Supervisor: Luigi Naldini
Abstract
L'editing mediante riparazione diretta per omologia (HDR) nelle HSPC umane rimane scarsamente efficiente e questo limita le sue applicazioni terapeutiche nella maggior parte delle malattie. Nuove strategie che consentano l'arricchimento delle HSPC modificate tramite HDR a scapito delle cellule non modificate migliorerebbero l'efficacia terapeutica e potrebbero ridurre la tossicità, eliminando le cellule portatrici di modifiche indesiderate comportanti la perdita di funzione nel sito target.
Lo scopo di questo progetto di dottorato è sviluppare strategie innovative per l'arricchimento ex vivo e in vivo delle HSPC umane modificate conteneti l'integrazione desiderata di cassette altamente espresse in cosiddetti genomic safe harbors GSH.
Obiettivi e Risultati attesi
Le strategie di arricchimento delle cellule correttamente modificate possono essere ottenute i) selezionando ex vivo cellule ingegnerizzate mediante un selettore accoppiato alla modifica desiderata, o ii) conferendo uno svantaggio selettivo in vivo alle cellule non sottoposte a HDR.
Risultati raggiunti
Per quanto riguarda l'identificazione di nuovi potenziali safe harbor genomici, abbiamo pensato che i siti di integrazione comuni dei vettori lentivirali potessero essere candidati interessanti poiché assicurano un'espressione robusta del transgene nel tempo e non sono stati associati a carcinogenesi negli studi clinici e nei modelli sperimentali. Per quanto riguarda la controselezione in vivo delle modifiche indesiderate di HSPCS, abbiamo identificato tre diversi loci in cui abbiamo dimostrato una spontanea controselezione degli indels e la persistenza nel tempo delle cellule modificate con HDR
Dottorando: Francesca Rita Ogliari
Supervisor: Michele Reni
Abstract
L’immunoterapia, da sola o in combinazione con la chemioterapia, è diventata lo standard terapeutico per la maggior parte dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule metastatico. Tuttavia, dal 20 al 30% dei pazienti non ottengono il beneficio atteso da queste terapie. Uno strumento di intelligenza artificiale, in grado di estrarre automaticamente i dati dei pazienti (clinici, patologici, radiologici, di laboratorio) e analizzarli, aiuterebbe nell’identificare relazioni fra i dati e costruire algoritmi predittivi di eventi di interesse clinico. Il nostro studio ha come obiettivo la realizzazione di una piattaforma di training e la sua successiva validazione su scala multicentrica.
Obiettivi e Risultati attesi
L’obiettivo primario è identificare precocemente pazienti che non rispondono ai trattamenti con immunoterapia; gli obiettivi secondari sono invece la predizione di tossicità severe e la identificazione di pazienti lungo-sopravviventi. Obiettivo secondario è inoltre dimostrare la fattibilità di un approccio AI nella ricerca clinica.
Risultati raggiunti
Ad oggi, il lavoro preliminare condotto sulla casistica interna di HSR ha permesso (i) di ottimizzare l'interfaccia fra le varie fonti dati ospedaliere e la piattaforma di data analysis, (ii) di testare la fattibilità di algoritmi di machine learning su dati tabulari provenienti da raccolte dati semi-automatiche, (iii) di stilare un workflow interno per la processazione di immagini DICOM e l'estrazione di feature radiomiche potenzialmente associate a caratteristiche tumorali. Questi risultati saranno in seguito validati su scala multicentrica in un network composto da circa 18 ospedali su scala internazionale
Dottorando: Nicolo Pecco
Supervisore: Andrea Falini
Abstract
I gliomi sono un gruppo eterogeneo di neoplasie cerebrali e la ricerca di biomarcatori per caratterizzare lo stato molecolare o predire la prognosi è di estrema rilevanza in neuro-oncologia. Questo progetto mira a identificare biomarcatori di risonanza magnetica (RM) affidabili per la caratterizzazione personalizzata dei gliomi cerebrali. Verrà sviluppato un modello di Intelligenza Artificiale (IA) basato su Deep Learning (DL) mediante utilizzo di transfer learning per l'identificazione dei gliomi su serie di dati retrospettivi di RM convenzionale e avanzata, seguito da un'analisi radiomica per estrarre caratteristiche quantitative rilevanti legate a caratteristiche patologici, molecolari e cliniche. I modelli di DL saranno testati su una coorte prospettica di pazienti affetti da glioma e su database open-source (ad esempio TCIA/TGCA-GBM), a scopo di validazione esterna.
Risultati ottenuti
Sono state studiate diverse architetture di Deep Learning per l’estrazione del tessuto cerebrale. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Radiology Artificial Intelligence (https://doi.org/10.1148/ryai.230229). Nel secondo anno, i modelli Swin-UNETR e nnU-NET sono stati valutati e confrontati sui compartimenti tumorali (Edema, Enhancement e Necrosi) con diversi radiologi. L'edema era la regione più facilmente identificabile, mentre Swin-UNETR ha mostrato una tendenza a rilevare più regioni necrotiche rispetto ai radiologi. L’NN-UNET ha mostrato prestazioni superiori nella segmentazione dell'edema, coerenza tra diversi radiologi e risultati competitivi nell'analisi del tessuto con enhancement
Dottorando: Eva Baronchelli
Supervisore: Vania Broccoli
Abstract:
Il glioblastoma multiforme è il tumore cerebrale più comune e letale negli adulti. Nonostante i trattamenti, quasi tutti i pazienti hanno una ricaduta a causa della presenza di cellule tumorali quiescenti o con bassa attività proliferativa, che sono in grado di auto-rinnovarsi e rigenerare il tumore. Con lo scopo di sopprimere le recidive, il mio laboratorio ha generato un silenziatore epigenetico di SOX2 in grado di spegnere la cascata trascrizionale controllata da SOX2.
L'obiettivo di questo progetto è di creare un altro fattore di silenziamento epigenetico chiamato TES per spegnere la rete trascrizionale oncogenica YAP/TAZ coinvolta nella malignità del tumore.
Risultati raggiunti
TES è in grado di silenziare la rete trascrizionale oncogenica TEAD1-YAP/TAZ nelle cellule di GBM, riducendo la malignità del tumore. In particolare, TES provoca un forte silenziamento di numerosi geni target di YAP/TAZ, grazie a modifiche epigenetiche stabili. Inoltre, induce morte cellulare e riduce la migrazione in linee di glioma e in CSC di GBM derivate da pazienti. Infine, l'iniezione virale di TES in xenotrapianti intracranici di topo ha represso lo sviluppo di masse tumorali simili al GBM.
Dottorando: Linda Bossini
Supervisore: Alessansro Sessa
Abstract:
Il progetto si propone di sfruttare un modello murino recentemente sviluppato, che overesprime in maniera condizionale il gene umano SET binding protein 1 (SETBP1) attraverso un sistema di ricombinazione Cre-mediato, per delineare le conseguenze del suo accumulo in vivo. La disponibilità di un modello in vivo fedele che riproduca le principali caratteristiche della malattia serve come piattaforma per migliorare la nostra comprensione della patogenesi della sindrome di Schinzel-Giedion (SGS), fornendo al contempo una piattaforma preziosa per testare potenziali approcci terapeutici.
Obiettivi:
Il nostro approccio consiste nell'affrontare questa domanda biologica adottando un approccio complementare al fine di definire spazialmente e temporalmente l'origine del fenotipo patologico. Questa analisi può offrire spunti sulla potenziale reversibilità dei sintomi della malattia.
Risultati raggiunti
Per indagare le origini cellulari dei fenotipi patologici, inclusa l’epilessia, abbiamo generato un modello malattia che coinvolge l’intero cervello parallelamente a linee mutanti specifiche per neuroni eccitatori e inibitori. Analisi morfologiche preliminari suggeriscono difetti nell’ippocampo, evidenziandone il ruolo centrale nel fenotipo. Studi elettrofisiologici confermano alterazioni nella plasticità sinaptica della principale circuiteria ippocampale. I prossimi passi prevedono l’uso di approcci single-cell per caratterizzare a livello molecolare le popolazioni cellulari coinvolte.
Dottorando: Paolo Camisa
Supervisore: Stefano Crippa
Abstract:
Il carcinoma duttale del pancreas (PDAC) è uno dei tumori solidi più letali ed è spesso resistente alla chemioterapia a causa di un microambiente tumorale complesso. Questo studio propone un nuovo sistema di rilascio di farmaci basato su cellule staminali mesenchimali (MSC) per colpire i tumori in modo più efficace, riducendo potenzialmente la tossicità e migliorando l'attività antitumorale. Le MSC possono raggiungere i tumori, alterare la segnalazione con le cellule vicine e rilasciare farmaci, inducendone la regressione.
Obiettivi:
Indagare gli effetti di una terapia basata sulle MSC nella progressione del PDAC metastatico, studiandone gli effetti sul microambiente tumorale e sulla risposta immunitaria, per valutarne l’utilizzo in studi clinici.
Risultati raggiunti
Ad oggi abbiamo dimostrato che le cellule mesenchimali possono essere facilmente caricate con farmaci chemioterapici efficaci contro il tumore del pancreas. Dopo la somministrazione queste cellule permangono nel sito di metastasi, il fegato nel nostro modello, per circa una settimana, inducendo un significativo rallentamento della crescita tumorale a fronte di una minore tossicità sistemica rispetto alla chemioterapia tradizionale.
Dottorando: Calogero Carlino
Supervisore: Davide Cittaro
Abstract:
Il cancro è una malattia complessa, in cui le aneuploidie e le alterazioni del microambiente tumorale sono considerate i principali fattori di sviluppo e progressione. I recenti progressi nella multi omica spaziale consentono lo studio del cancro nel suo microambiente, offrendo nuove opportunità per analizzare l'interazione tra aneuploidia e microambiente tumorale. L'elevata complessità e sparsità dei dati multi omici richiedono algoritmi affidabili per l'analisi, e astrazione matematica per l'integrazione dei dati.
Obiettivi:
Svilupperemo modelli probabilistici per prevedere l'aneuploidia tumorale in dati di omica spaziale, con l'obiettivo di studiare i meccanismi biologici che governano l'emergenza e l'evoluzione del cancro.
Risultati raggiunti
Durante il primo anno del dottorato abbiamo testato metodi già pubblicati per predire i CNAs (Copy Number Alterations) da dati pubblici ottenuti da esperimenti di scRNA-seq e di trascrittomica spaziale. Ispirati da alcuni di questi metodi, abbiamo implementato un Hidden Markov Model in grado di eseguire l'inferenza dello stato di perdita di eterozigosi (Loss of Heterozygosity, LoH) in dati di trascrittomica in bulk. Ora stiamo lavorando per implementare la predizione di CNAs al livello di singole cellule o singoli spot spaziali nei nostri modelli. Abbiamo anche iniziato a studiare e ad applicare principi di network science e di analisi topologica ai dati di trascrittomica spaziale, con l'obiettivo di modellare l'influenza reciproca tra specifici CNAs e il microambiente tumorale.
Dottorando:Chiara Ceriani
Supervisore:Lorenzo Piemonti
Abstract
Il diabete di tipo 1 (T1D) è una malattia autoimmune cronica che distrugge le β cellule produttrici di insulina nel pancreas. Sebbene il T1D possa essere trattato con la somministrazione di insulina esogena, non esiste alcun trattamento in grado di controllare le cellule T autoreattive e prevenire la distruzione delle β cellule. Una potenziale cura è rappresentata dalla terapia di sostituzione delle cellule β, che utilizza isole allogeniche o pancreas da donatori cadaverici, ma questa è associata a problemi di natura immunologica. Le terapie a base di cellule staminali e Vescicole Extracellulari (EVs) mostrano potenziale nel ridurre le reazioni autoimmuni e migliorare il successo della sostituzione delle β cellule. Indurre la tolleranza immunologica, specialmente utilizzando vescicole extracellulari tollerogeniche (EVs), potrebbe prevenire la malattia o migliorare i risultati della terapia di sostituzione delle β cellule.
Obiettivi
Il progetto mira a utilizzare le Vescicole Extracellulari (EVs) derivate da Cellule Staminali Pluripotenti indotte (iPSCs) e cellule β derivate da iPSCs per indurre tolleranza nel diabete di tipo 1. Comprende la determinazione dell’espressione di molecole immunogeniche/tollerogeniche nelle iPSCs e nelle EVs, la valutazione del loro impatto sulle cellule T umane e l’analisi in vivo e in vitro dell’effetto biologico delle EVs.
Risultati raggiunti
Ad oggi, ho sviluppato un metodo efficiente per isolare le vescicole extracellulari (EVs) da iPSCs e β cellule derivate da iPSC (iβ). Ho analizzato l’espressione di molecole immunogeniche/tollerogeniche, osservando marker tollerogenici in entrambe le linee cellulari. Quindi, ho caratterizzato le EVs dimostrando la presenza di marcatori di iPSC e iβ, oltre a marker tipici delle EVs. Ho inoltre indotto l’espressione di HLA-A2 nelle iPSCs, mantenuta anche nelle iβ e EVs, creando così un modello in vitro per studiare l’effetto delle EVs sulle cellule T umane.
Dottorando:Irina Cutei
Supervisore:Vania Broccoli
Abstract
PRR12 è un gene di cui non si sa la funzione. La sua aploinsufficienza è stata associata a difetti oculari e del neurosviluppo. Il nostro progetto si pone come obiettivo di investigare il meccanismo d’azione responsabile degli effetti patogenetici dell’aploinsufficienza di PRR12, ottenendo in questo modo nuove informazioni sul suo ruolo. A questo scopo, creeremo nel nostro laboratorio una linea stabile con Knock-out del gene e un topo con una Loss-Of-Function.
Obiettivi
La nostra ipotesi è che PRR12 svolga un ruolo come regolatore epigenetico importante per il nuerosviluppo. Testeremo ciò con studi di espressione e metilazione del DNA sui nostri modelli.
Risultati raggiunti
Nel primo anno, abbiamo sviluppato modelli in vitro e in vivo per studiare la funzione di Prr12. In vitro, il sistema CRISPR/Cas9 è stato utilizzato per introdurre mutazioni sull’esone 8 del gene, generando linee cellulari mutanti validate tramite NGS e studi di espressione. In vivo, è stato generato un topo inserendo sequenze LoxP che fiancheggiano l’esone 6 del gene, incrociandolo con linee che esprimono la Cre recombinasi a livello sistemico o esclusivamente nel sistema nervoso, abbiamo indotto il nonsense-mediated mRNA decay del trascritto.
Dottorando:Rachele D'Amore
Supervisore:Alessandro Aiuti
Abstract
L’Alfa-mannosidosi (α-MAN) è una malattia da accumulo lisosomiale (LSD) ereditaria che causa progressive alterazioni scheletriche, immunologiche e neurologiche. Il trapianto di cellule ematopoietiche staminali/progenitrici (HSPC) e la terapia enzimatica sostitutiva sono le cure standard per l’α-MAN ma correggono in maniera incompleta il fenotipo patologico a carico del sistema nervoso centrale (CNS) e dello scheletro. È stato precedentemente dimostrato in altre due LSDs che la HSPC-Gene therapy (GT) è capace di correggere anche i tessuti non ematopoietici, tra cui il CNS e le ossa. Il nostro obiettivo è generare dati preclinici per trattare l’α-MAN tramite HSPC-GT utilizzando un modello murino MAN2B1-/- che stiamo attualmente caratterizzando a livello scheletrico e neurologico.
Risultati raggiunti
I nostri dati evidenziano che il modello murino MAN2B1-/- (KO) non presenta alcuna attività di MAN2B nel fegato e nel midollo osseo (BM) e un maggiore accumulo di oligosaccaridi nel plasma e nelle urine rispetto ai wild-type (WT). Inoltre, sono stati rilevati vacuoli citoplasmatici neuronali nel cervello dei topi KO, associati a una ridotta coordinazione motoria a 4 mesi. Le valutazioni scheletriche mostrano alterazioni nella lunghezza delle ossa lunghe e nella mineralizzazione ossea nei topi KO rispetto al WT. Inoltre, le analisi immunofenotipiche di topi femmine KO di 4 mesi rivelano un numero più elevato di linfociti e granulocyte-monocyte-lymphoid progenitors nel BM, ma nessuna differenza nel sangue periferico, rispetto ai topi WT.
Dottorando: Chiara Garsia
Supervisore: Angela Gritti
Abstract
Il progetto prevede di ingegnerizzare le hiPSC-NSC utilizzando una tecnologia all'avanguardia di editing epigenetico, CRISPRa, che permette allo stesso tempo di potenziare la loro plasticità terapeutica e di conferirle un'attività antinfiammatoria/neuroprotettiva inducibile aumentandone il potenziale mielinogenico. Questo approccio sarà valutato in modelli rilevanti in vitro e in vivo.
Obiettivi
L’obbiettivo è di generare una linea di hiPSC-NSCs ingegnerizzata per avere un’aumentata plasticità terapeutica e studiarne la biologia per valutare il potenziale terapeutico come nuova fonte per lo sviluppo di terapie cellulari per le malattie demielinizzanti.
Risultati raggiunti
Il nostro obiettivo è potenziare le proprietà pro-rigenerative e mielinogeniche delle hiPSC-NSC sovraesprimendo quattro geni terapeutici (TG) utilizzando CRISPRa. Abbiamo identificato due fattori di trascrizione per promuovere la differenziazione oligodendrocitaria e due TG per migliorare le proprietà pro-rigenerative. Le hiPSC-NSC sono state ingegnerizzate per sovraesprimere i quattro TG, e stiamo testando le loro caratteristiche in modelli in vitro.
Dottorando:Alexandra Maria Lazar
Supervisore: Arturo Chiti
Abstract
Il progetto studia l'applicazione dell'imaging parametrico con sistemi PET/CT a largo campo di vista (LAFOV) per migliorare la diagnostica oncologica. Fornendo dati spazio-temporali dettagliati sulla distribuzione del radiofarmaco, la PET/CT LAFOV offre una maggiore sensibilità e un imaging completo del corpo. Lo studio si propone di valutare la fattibilità tecnica e l'utilità clinica di questo metodo per comprendere meglio la biologia del tumore, migliorare l'accuratezza diagnostica e personalizzare le strategie di trattamento in oncologia.
Obiettivi
Stabilire l'imaging parametrico basato sulla PET LAFOV come strumento affidabile per l'individuazione e la caratterizzazione del tumore e la valutazione della risposta alla terapia, migliorando così la gestione personalizzata dei pazienti oncologici.
Risultati raggiunti
Durante il primo anno del progetto, ci siamo concentrati sull'ottimizzazione dei protocolli di ricostruzione per l'imaging PET statico, come base per l'analisi dei frame dinamici. L'obiettivo è stato migliorare la visualizzazione dei tumori riducendo al minimo l'attività somministrata, garantendo al contempo dati quantitativi affidabili. I nostri risultati hanno dimostrato che le ricostruzioni basate su deep learning migliorano significativamente la qualità delle immagini, anche in condizioni di bassa attività somministrata, facilitando le applicazioni di imaging dinamico. Sulla base di questi successi, stiamo ora applicando questi metodi avanzati per sviluppare protocolli di imaging parametrico specifici per le malattie neuro-oncologiche. Questo lavoro si concentra sui pazienti con gliomi sottoposti a scansioni FET PET/CT nel nostro dipartimento, con l'obiettivo di promuovere l'imaging di precisione e l'analisi quantitativa in oncologia.
Dottorando: Martina Mainardi
Supervisore: Gaia Colasante
Abstract
La sindrome di Dravet (DS) è un’encefalopatia epilettica infantile caratterizzata da crisi epilettiche farmaco-resistenti, ritardo cognitivo e elevata mortalità. È causata da mutazioni nel gene SCN1A codificante per la subunità alfa del canale al sodio Nav1.1. Si ritiene che DS sia causata da ipoeccitabilità dei neuroni inibitori, ma modificazioni secondarie dei circuiti neuronali contribuiscono alla progressione della malattia e informazioni precise su quali popolazioni di neuroni sia meglio targettare a diversi stadi non sono disponibili.
Obiettivi
Il progetto mira a riattivare l’espressione del gene Scn1a nei neuroni inibitori in un modello murino di DS a diversi stadi di sviluppo della malattia per valutare se targettare solo questa popolazione neuronale sia effettivamente sufficiente per recuperare i sintomi.
Risultati raggiunti
Il mio progetto di dottorato ha come obbiettivo la riattivazione del gene Scn1a negli interneuroni e la caratterizzazione del suo impatto sul fenotipo della sindrome di Dravet. Abbiamo iniziato riattivando costitutivamente l’espressione del gene nella popolazione cellulare di interesse utilizzando una linea murina transgenica. I risultati ottenuti finora evidenziano un considerevole miglioramento del fenotipo epilettico con solo poche crisi epilettiche spontanee residue. Al momento stiamo analizzando questi eventi per chiarire la loro natura. Nel mentre, abbiamo iniziato a correggere la mutazione negli interneuroni in topi adulti dopo la comparsa dei sintomi, per mimare una terapia somministrata dopo la diagnosi.
Dottorando: Francesca Marzuttini
Supervisore: Eliana Ruggiero
Abstract
L’obiettivo di questo progetto è sviluppare un’immunoterapia cellulare T (T cell receptor (TCR)-redirected T cells)) per il trattamento della Leucemia Acuta Mieloide (AML). Nuovi TCR verranno identificati e validati da campioni di pazienti affetti da AML utilizzando tecniche di sequenziamento, la valutazione del profilo immunologico e test funzionali in vitro. I TCR identificati verranno utilizzati per rindirizzare la specificità dei linfociti T utilizzando le tecniche di editing genetico. Nell’ultima fase del progetto verranno inoltre valutati in vitro e in vivo l’efficacia e il profilo di sicurezza dei prodotti cellulari T ingegnerizzati con i TCR, insieme ai determinanti della coevoluzione di linfociti T e cellule tumorali.
I risultati ottenuti in questo progetto condurranno alla generazione di terapie cellulari che potranno essere testate come nuove opzioni terapeutiche per i pazienti con AML.
Risultati raggiunti
Abbiamo eseguito un'analisi multiomica a singola cellula su linfociti T CD8+ isolati da sangue periferico di pazienti trapiantati affetti da LAM utilizzando destrameri barcodati per marcare i linfociti antitumorali. Attraverso l’analisi dei dati di sequenziamento sono stati identificati diversi cluster di linfociti T distinti dal punto di vista trascrizionale, associati a specifici profili metabolici e funzionali/di attivazione. Di particolare interesse è il riscontro di una predominanza di linfociti antitumorali in determinati cluster. Sulla base dei loro profili trascrizionali, sono stati selezionati specifici TCR antitumorali per successive valutazioni funzionali.
Dottorando:Miriam Meloni
Supervisore:Rossella Galli
Abstract
Il glioblastoma (GBM) è il più comune e letale tumore cerebrale negli adulti. Il tempo medio di sopravvivenza di un paziente con GBM è di 15 mesi e solo il 5% dei pazienti sopravvive più di 5 anni. Recentemente il metabolismo del cancro è emerso come un’importante opportunità sia per il trattamento che per la diagnosi; questo concetto può essere applicato anche al GBM. Con questo scopo, abbiamo sottoposto a metabolomica ad ampio spettro, xenografts ottenuti da iniezioni intracraniche di Glioma Stem Cell (GSC), per identificare vulnerabilità metaboliche nel sottotipo Mesenchimale, il più aggressivo
Obiettivi
Sfruttare le alterazioni metaboliche nel sottotipo MES di GBM, può rilevare bersagli terapeutici da esplorare, al fine di migliorare le strategie di trattamento ed investigare nuovi approcci diagnostici.
Risultati raggiunti
Attraverso analisi effettuate in vivo ed in vitro, abbiamo osservato che il pathway della chinurenina (Kynurenine pathway, KP), la via principale per il metabolismo del triptofano, è attivato specificatamente nel sottotipo Mesenchimale (MES) di GBM, caratterizzato dalla più alta infiltrazione immunitaria. Sebbene alcuni studi abbiano esaminato la regolazione del KP nei GBMs, non è noto il suo ruolo specifico nei GBM MES e nel loro microambiente tumorale, che potrebbe essere strumentale per lo sfruttamento clinico dell'inibizione del KP in coorti selezionate di pazienti affetti da GBM.
Dottorando: Sara Pozzi
Supervisore: Samuel Zambrano
Abstract
L'eterogeneicità non-genetica è un fattore sempre più riconosciuto come importante nello sviluppo della resistenza ai trattamenti anti-cancro: il fattore di trascrizione (TF) p53, attivato a seguito di danno al DNA, gioca un ruolo centrale in questo contesto, poichè si pensa che la sua dinamica di attivazione in risposta alla terapia possa essere coinvolta nel guidare il destino cellulare. Combinando live cell imaging, biologia molecolare e data analisi il nostro scopo è di determinare a che punto la dinamica di p53 possa essere predittiva della risposta alla terapia in linee cellulari di cancro al colon-retto (CRC) e in organoidi derivati da pazienti (PDO).
Obiettivi
Sviluppare un sistema di imaging e data analisi per predirre in cellule CRC la risposta alla terapia usando esperimenti di live cell imaging. Questo sistema sarà poi applicato all’analisi della risposta di PDO alle chemioterapie.
Risultati raggiunti
I risultati ottenuti fino ad ora dimostrano che i chemioterapici utilizzati attivano p53 nella linea cellulare di cancro al colon-retto HCT116-p53GFP, e che le cellule che sopravvivono ai primi giorni di trattamento presentano più alti livelli di p53. Inoltre, le cellule resistenti ai trattamenti a lungo termine mostrano livelli di p53 costitutivamente attivi. Stiamo approfondendo i meccanismi che portano alla stabilizzazione di p53 per correlarne la dinamica con lo sviluppo del fenotipo resistente alla terapia.
Dottorando: Alessandro Romano
Supervisore: Alessandra Mortellaro
Abstract
I recettori di tipo Nod (NLR) sono complessi proteici che, in condizioni infiammatorie, stimolano la secrezione di citochine pro-infiammatorie e inducono morte cellulare. Tuttavia, non è ancora chiaro il loro ruolo nell’ematopoiesi. Questo progetto mira ad identificare il contributo degli NLR
nell’ematopoiesi, concentrandosi sulla loro funzione nelle cellule staminali-progenitrici ematopoietiche (HSPCs) in condizioni fisiologiche e infiammatorie
Obiettivi
Il nostro obiettivo è determinare il ruolo degli NLR nel mantenimento e nel diNerenziamento delle cellule staminali-progenitrici ematopoietiche in malattie infiammatorie acute e croniche.
Risultati raggiunti
I nostri dati hanno evidenziato che, in assenza di NLRP3 e GSDMD, le cellule ematopoietiche staminali/progenitrici (HSPC) non secernono IL-1β, suggerendo un’alterazione nel processamento e rilascio di citochine. Inoltre, analsi sulla morte cellulare ha mostrato una riduzione di piroptosi e aumento di apoptosi in HSPC in assenza di NLRP3 e GSDMD. Analisi immunofenotipiche hanno inoltre evidenziato che, in condizioni di infiammazione acuta, l’assenza di GSDMD riduce il numero di HSPC nel midollo e provoca un'espansione delle popolazioni mieloidi e delle cellule B.
Dottorando: Giuseppe Suanno
Supervisore:Giulio Ferrari
Abstract
La cornea è il tessuto più densamente innervato del corpo umano. La maggior parte delle malattie della superficie oculare è associata a una morfologia e una funzione alterate dei nervi corneali. Sebbene queste anomalie siano state ampiamente descritte, il loro impatto sulla guarigione delle lesioni e sull'infiammazione sta ora iniziando ad emergere. Inoltre, il ruolo dell'invecchiamento sulla funzione/morfologia dei nervi corneali e il suo conseguente impatto sull'infiammazione e sulla rigenerazione delle ferite rimane in gran parte inesplorato.
Obiettivi
Il progetto si concentrerà sull'impatto dell'età e delle lesioni sulla funzione, morfologia e fenotipo dei nervi corneali. Questo progetto fornirà informazioni cruciali per identificare target terapeutici, in modo da poter stabilire trattamenti personalizzati volti ad curare le più comuni patologie oculari
Risultati ottenuti
I risultati ottenuti mostrano una diminuzione dipendente dall'invecchiamento nell'innervazione dell'epitelio corneale associata a una significativa riduzione della sensibilità meccanica e chimica corneale. Questi cambiamenti sono associati a un peggioramento dell'integrità e dell'omeostasi della superficie oculare. È interessante notare che l'ablazione del neuropeptide Sostanza P potenzi e acceleri gli effetti dipendenti dall'età attraverso alterazioni dei fattori neurotrofici e neurosensoriali.
Dottorando: Bazezew Yenew Tessema
Supervisore:Daniela Maria Cirillo
Abstract
La gestione dei pazienti affetti dal cancro della vescica non muscolo-invasivo (NMIBC) richiede un approccio complesso sia nella fase diagnostica che prognostica. L'instillazione intravescicale di BCG rappresenta il trattamento d’elezione per il NMIBC di alto grado. Tuttavia, solo il 50% dei pazienti risponde completamente, e più del 10% sviluppa effetti collaterali. Pertanto, è richiesto un follow-up a lungo termine, che impatta negativamente sulla qualità della vita dei pazienti e aumenta i costi sanitari.
Obiettivi
Questo progetto mira a caratterizzare e migliorare le proprietà immunomodulatorie e antitumorali delle vescicole extracellulari prodotte dai micobatteri in modo tale da proporle come alternativa all’attuale terapia d’elezione
Risultati raggiunti
La gestione dei pazienti affetti dal cancro della vescica non muscolo-invasivo (NMIBC) richiede un approccio complesso sia nella fase diagnostica che prognostica. L'instillazione intravescicale di BCG rappresenta il trattamento d’elezione per il NMIBC di alto grado. Tuttavia, solo il 50% dei pazienti risponde completamente, e più del 10% sviluppa effetti collaterali. Pertanto, è richiesto un follow-up a lungo termine, che impatta negativamente sulla qualità della vita dei pazienti e aumenta i costi sanitari.
Dottorando:Alessia Ugolini
Supervisore:Chiara Bonini
Abstract
In questo progetto miriamo a sviluppare e confrontare diverse strategie per aumentare la durata di vita delle cellule CAR-T regolatorie. Le CAR-Tregs verranno generate secondo protocolli già sviluppati e testati nel laboratorio. Studieremo la dinamica e la persistenza delle CAR-Tregs in un modello murino umanizzato, sfruttando un sistema di imaging in vivo, analizzando così la cinetica delle cellule in presenza di diversi stimoli umani.
Obiettivi
In base ai risultati ottenuti dal modello in vivo, svilupperemo diverse nuove strategie per prolungare la persistenza delle CAR-Treg sfruttando le vie di segnalazione delle citochine o migliorando il fenotipo delle cellule.
Risultati ottenuti
Durante il mio primo anno di PhD ho potuto testare la persistenza delle CAR-Treg in vivo in topi umanizzati. Le cellule sono state tracciate sia tramite in vivo imaging sia con citofluorimetria. Questo esperimento mi ha permesso di confermare la ridotta persistenza delle cellule in vivo. Inoltre, ho potuto confrontare diversi protocolli di espansione per le CAR-Treg, in modo da poter identificare il migliore.
Dottorando:Martina Leone
Supervisore:Paola Falletta
Abstract
La Risposta Integrata allo Stress (ISR) è una cascata di segnale adattativa che rileva e risponde ai segnali microambientali. Le cellule tumorali sfruttano ISR per promuovere metastasi e resistenza alle terapie. L’obiettivo del progetto è comprendere il meccanismo con cui ISR determina l’aggressività del tumore al colon-retto (CRC) per identificare nuovi target terapeutici, e misurare l’attivazione di ISR in CRC organoidi derivati da paziente come predittore di risposta alle terapie e per fornire dati ai modelli digitali basati sull’Intelligenza Artificiale
Obiettivi
L'identificazione degli eventi innescati dalla riprogrammazione trascrizionale e traduzionale indotta da ISR che inducono il potenziale metastatico e la resistenza ai farmaci nel CRC.
Risultati ottenuti
Durante il primo anno di dottorato è stata identificata un'interazione tra ISR e KRAS, l'oncogene più frequentemente mutato in CRC. In particolare, in modelli 2D e 3D di linee cellulari di CRC, compresi gli organoidi derivati da pazienti (PDOs), l'attivazione di ISR comporta l’innesco del pathway di KRAS. Inoltre, è stato dimostrato il ruolo di ISR nel determinare il potenziale metastatico in CRC, promuovendo l'invasività e la resistenza ai regimi chemioterapici di prima linea per il trattamento di CRC metastatico.
Dottorando:Francesca Nicola
Supervisore:Daniela Maria Cirillo
Abstract
I micobatteri non tubercolari (NTM) sono una grave minaccia per la salute di individui con fibrosi cistica (CF), bronchiectasie e altri pazienti immunocompromessi. I meccanismi di infezione e resistenza sono poco compresi. È urgente approfondire la patogenicità per sviluppare trattamenti personalizzati e prevenire danni polmonari gravi. Il mio progetto di dottorato mira a chiarire i meccanismi immunitari in risposta all'infezione e persistenza di Mycobacterium abscessus (Mabs), identificando nuovi bersagli terapeutici per mitigare la progressione della malattia.
Obiettivi
Per ottenere una comprensione più completa dei meccanismi immunitari che contrastano l'infezione e la persistenza di Mabs, chiariremo il ruolo della risposta immunitaria mucosale nella progressione della malattia e l'interazione ospite-batterio a livello cellulare.
Risultati raggiunti
Abbiamo analizzato 11 isolati di Mycobacterium abscessus (Mabs) da 5 pazienti con fibrosi cistica, concentrandoci su morfotipo e genoma. Il morfotipo è risultato il principale fattore che influenza l’infezione, con oltre 2.000 geni dell’ospite differenzialmente espressi e rilascio di IL-6 e IL-8. Due ceppi, uno liscio e uno rugoso, sono stati testati in cellule epiteliali bronchiali umane in un modello in un modello air-liquid interface (ALI), evidenziando differenze trascrittomiche tramite single-cell RNA sequencing. Cellule basali e secretorie sono risultate maggiormente coinvolte. I ceppi rugosi hanno attivato risposte immunitarie più intense, dimostrando l’impatto del morfotipo.
Dottorando:Tommaso Russo
Supervisore: Prof. Francesco De Cobelli
Abstract
Il Cancro Colorettale (CRC) è il terzo tumore più comune a livello mondiale e la quarta causa di morte correlata al cancro. La sopravvivenza dipende principalmente dallo stadio della malattia e dalla presenza di metastasi. La combinazione tra chemioterapia e resezione epatica rimane l'opzione terapeutica con il maggiore beneficio in termini di sopravvivenza per i pazienti con metastasi epatiche da cancro del colon-retto (CRLM). In particolare, esiste una necessità clinica di identificare a priori i pazienti che hanno probabilità diverse di sviluppare recidive della malattia dopo un trattamento locoregionale (resezione epatica ± ablazione termica) e risposte diverse alla chemioterapia, al fine di affinare una distribuzione basata sul rischio nei trattamenti e nelle risorse. Come noto, l'Intelligenza Artificiale (AI) è un ramo dell'informatica che ha l'obiettivo di simulare l'intelligenza e i comportamenti umani per assistere gli esseri umani in compiti specifici.
Nel contesto del bando PNRR finanziato D3-4HEALTH, lo spoke 2 è incentrato sulle metastasi epatiche da neoplasia del colon retto. Lo scopo è raccogliere dati di imaging, clinici e biologici, e addestrare modelli di machine learning per predire il tempo di recidiva, creando un algoritmo basato sui dati disponibili alla diagnosi per prevedere con precisione la risposta al trattamento, la probabilità di sviluppare metastasi non visibili sugli esami radiologici di routine, e verificare se le caratteristiche radiomiche del microambiente attorno alle metastasi visibili possano prevedere l’insorgenza di nuove metastasi o la sopravvivenza libera da progressione.
Obiettivi
Identificare i pazienti recidivanti per evitare interventi chirurgici futili; identificare i pazienti che rispondono farmacologicamente; tempistica della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da progressione; previsione della recidiva e dell'insorgenza di micrometastasi; microambiente per prevedere l’insorgenza di metastasi e la migliore terapia medica
Risultati raggiunti
i risultati preliminari non sono ancora disponibili. Abbiamo selezionato una coorte di 1.221 pazienti con tumori primari del colon e almeno una metastasi epatica, sottoposti a chirurgia epatica curativa. Abbiamo analizzato ancora 150 pazienti del database LIMET. Da questa popolazione sono stati esclusi 10 pazienti. Abbiamo estratto 17 pazienti con disponibilità di immagini TC e RM eseguite non più di 45 giorni prima dell'intervento di resezione epatica. Questi numeri si spiegano con l'elevato numero di pazienti che si sottopongono a imaging in altri ospedali prima dell'intervento chirurgico all'Ospedale San Raffaele, per cui la raccolta di immagini è piuttosto difficile. Abbiamo iniziato a segmentare manualmente le lesioni epatiche per estrarre le caratteristiche radiomiche in un gruppo di 30 pazienti di prova utilizzando sia 3D Slicer, un software open-source, sia il software commerciale MIM per valutare la riproducibilità e la stabilità delle caratteristiche attraverso la correlazione intraclasse e abbiamo iniziato a segmentare l'intero parenchima epatico non metastatico attraverso l'estensione “Total Segmentator” di 3D Slicer. Allo stesso tempo, stiamo creando il modulo di refertazione per definire tutte le variabili radiologiche da raccogliere durante la segmentazione (diametri, densità, distanza dai vasi, ecc.).
Dottorando:Francesco Di Mauro
Supervisore:Giuseppina Arbore
Abstract
L’adenocarcinoma esofageo (EAC) è un tumore molto aggressivo trattato con chemioterapia neoadiuvante, per il quale solo il 20% dei pazienti raggiunge una risposta patologica completa. Un recente lavoro nel laboratorio ha dimostrato correlazione tre l’immunità preesistente e la risposta terapeutica. L’ipotesi è che la risposta alla terapia risulti dalla stimolazione di una risposta locale mediata dalle cellule T contro neoantigeni tumorali.
Obiettivi
L’obiettivo del mio progetto è di investigare l’abilità delle cellule T di riconoscere i neoantigeni tumorali nei pazienti EAC, comparando pazienti responsivi e non responsivi alla chemioterapia neoadiuvante.
Risultati raggiunti
Linfociti T specifici per il tumore sono stati arricchiti ed espansi sia dal sangue che dal linfonodo di un paziente con adenocarcinoma esofageo responsivo al trattamento. L’analisi del sangue e del linfonodo drenante il tumore di questo paziente ha evidenziato una forte e condivisa risposta mediata da linfociti T contro uno o più dei neoepitopi tumorali precedentemente predetti. Il recettore delle cellule T specifiche per un neoepitopo tumorale è stato ricostruito attraverso sequenziamento del TCR e validato in vitro attraverso saggi funzionali.
Dottorando: Gabriele Metalli
Supervisore:Giovanni Tonon
Abstract
Comprendere e contrastare la resistenza al cancro rimane la sfida più importante in oncologia.
Nonostante le nuove terapie avanzate, il trattamento di prima linea per molti tipi di tumori rimane la chemioterapia, ma i meccanismi alla base della resistenza delle cellule tumorali non sono ancora chiari. Proponiamo che la resistenza alla chemioterapia derivi da modifiche epigenetiche e suggeriamo una strategia per prevenire e invertire questi cambiamenti interferendo con l'emergere della resistenza.
Obiettivi
Il nostro obiettivo è sfruttare biobanche genomiche di organoidi derivati dai pazienti e piattaforme microfluidiche per lo screening farmacologico al fine di valutare gli stati trascrizionali e identificare i modificatori epigenetici che influenzano lo sviluppo tumorale. Ci aspettiamo di identificare modificatori chiave e valutare la risposta alla chemioterapia, integrando questi dati con approcci di intelligenza artificiale sviluppati al San Raffaele.
Risultati raggiunti
Abbiamo dimostrato che la resistenza alla terapia non è attribuibile all'evoluzione clonale e che la chemioterapia induce un rimodellamento epigenetico della cromatina. In seguito, identificheremo i principali regolatori epigenetici mediante uno screening basato su CRISPR/Cas9.
Dottorando: Alessia Bottoni
Supervisor:Roberto Furlan
Abstract
I neutrofili sembrano essere coinvolti nelle malattie autoimmuni in quanto effettori della risposta immunitaria innata. Programmed cell death receptor 1 (PD-1) e i suoi ligandi sono inibitori chiave del sistema immunitario, inibendo diverse vie di segnalazione. Il nostro gruppo ha identificato una sottopopolazione immunosoppressiva di neutrofili esprimenti PD-L2, e ne ha chiarito il loro coinvolgimento nella neuroinfiammazione
Obiettivi
Descrivere il fenotipo e il coinvolgimento dei neutrofili PD-L2+ nel meccanismo patologico della sclerosi multipla, per chiarificarne la biologia e la caratterizzazione.
Risultati raggiunti
Dall’analisi del bulk RNA sequencing e la successiva validazione ex vivo, abbiamo concluso che il pathway dell’interferone di tipo I (alpha e beta) sembra essere coinvolto nell’espressione di PD-L2 sulla superficie dei neutrofili umani. Siamo poi passati all'analisi di soggetti con SM in terapia con interferone beta per quantificare l’espressione di PD-L2 sui loro neutrofili, e capirne il coinvolgimento in malattia.
Filosofia
Dottorando: Diletta Caimmi
Supervisore: Francesca Pola
Abstract:
Il presente progetto si propone di mettere a fuoco pratiche istituzionali e para-istituzionali virtuose per la diffusione del patrimonio culturale materiale e immateriale in chiave inclusiva, partecipativa e responsabilizzata nei confronti del territorio. In particolare, nella selezione dei casi studio di riferimento, verranno attenzionate le realtà che orientano la propria proposta secondo una sensibilità ecologica, femminista e decoloniale
Obiettivi:
La sfida è quella di elaborare strategie operative per valorizzare l’impatto trasformativo della pratica artistica sulla società, in linea con il quadro di obiettivi fissati dalla Convenzione di Faro del 2005.
Risultati raggiunti
Dopo aver raccolto materiali utili a ricostruire lo status quaestionis e la letteratura di riferimento su modelli istituzionali innovativi, attenti a sfide globali come crisi ecologica, epistemologie femministe e inclusività nei confronti di comunità marginalizzate, ho avviato il mio periodo di ricerca presso Studio Azzurro STRIAZ alla Fabbrica del Vapore, e svolto diverse missioni per avviare interlocuzioni e ricerche sul campo con vari enti italiani (tra le più significative, si segnala Centrale FIES di Dro).
Dottorando: Benedetta Angela Maria Carraro
Supervisore: Francesca Pola
Abstract:
Il progetto è dedicato allo sviluppo delle Key enabling technologies (KETs) per la valorizzazione, conservazione e trasmissione del patrimonio storico-artistico di Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo (VI), sito stratificato del patrimonio UNESCO e polo di eventi e iniziative culturali, con un programma pluriennale di mostre d’arte contemporanea. Il progetto rientra nella Missione PNRR “Dalla Ricerca all’Impresa” e si avvale della collaborazione con l’Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art e con la startup RAD HUB S.r.l.
Obiettivi:
L’obiettivo del progetto è migliorare l’esperienza del visitatore e l’accessibilità del sito stratificato in chiave innovativa, in una prospettiva human-centric, garantendo soluzioni più coinvolgenti, inclusive e sostenibili.
Risultati raggiunti
La ricerca teorica ha strutturato il quadro concettuale e metodologico di riferimento, con una revisione critica delle tecnologie abilitanti per il patrimonio storico-artistico stratificato e un monitoraggio continuo sull’Intelligenza Artificiale e sul quadro istituzionale UNESCO. La ricerca applicata, in collaborazione con RAD HUB S.r.l., si è concentrata sulla digitalizzazione del sito, con lo sviluppo di un sistema gestionale d’archiviazione, base infrastrutturale per soluzioni innovative human-centric.
Dottorando: Elena Costa
Supervisore: Francesco Valagussa
Abstract:
Il presente progetto di ricerca si propone di indagare la dimensione relazionale propria dei musei sviluppando e approfondendo alcune intuizioni simmeliane, avvicinando la riflessione filosofico-estetica al panorama della museologia contemporanea
Obiettivi:
L’obiettivo della ricerca è di formulare una riflessione originale sullo sviluppo dell’istituzione museale da semplice spazio espositivo a spazio relazionale
Risultati raggiunti
Nel corso del primo anno è stata indagata la duplice natura dei musei come spazi espositivi e relazionali, attestando la crescente rilevanza di quest’ultima nel panorama contemporaneo. Dal punto di vista teorico, si è dimostrato particolarmente utile approfondire il pensiero di Georg Simmel e Walter Benjamin. Dal punto di vista empirico, il periodo di ricerca presso la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia sta confermando l’importanza della dimensione relazionale nei musei.
PhD Student: Cristina Ganz
Supervisor: Claudia Bianchi
Abstract
Il progetto verte sulle disparità di genere in ambito medico-sanitario. In particolare modo, si concentra sull’interazione tra il personale medico-sanitario e le gestanti, partorienti e puerpere durante l’assistenza prenatale, il travaglio, il parto e il post partum. Si propone di individuare gli elementi problematici che insorgono in tale interazione e che comportano incomprensioni, inficiando talvolta la qualità dell’assistenza ostetrica.
Obiettivi:
L’obiettivo è quello di individuare strategie comunicative atte a migliorare l’efficacia dell’assistenza ostetrica e la soddisfazione delle donne assistite, riducendo l’eventualità di incomprensioni e preoccupazioni.
Risultati raggiunti:
Durante il primo anno di dottorato, sono stati raccolti dati qualitativi per analizzare le difficoltà del personale medico-sanitario nell’interazione con gestanti, partorienti e puerpere. Questi dati sono stati concettualizzati alla luce della letteratura esistente, con particolare riferimento al concetto di ingiustizia epistemica (Fricker, 2007) e alle sue successive elaborazioni. Dal punto di vista teorico, si è approfondita la narrazione dominante su gravidanza e parto, analizzandone le implicazioni epistemologiche, fenomenologiche e pratiche. Infine, in collaborazione con altre ricercatrici, è stato sviluppato un sistema di codifica per identificare casi di comunicazione problematica, nonché episodi di ingiustizia epistemica e affettiva in ambito sanitario.
Dottorando: Margherita Ghiara
Supervisore: Carlo Martini
Abstract:
Questo progetto di dottorato esplora il tema della disinformazione scientifica, analizzando le strategie disponibili per individuarla, nonché l'influenza della conoscenza politica e della dipendenza da smartphone sulla sua identificazione. Utilizzando gli strumenti delle scienze cognitive e dell'epistemologia sociale, mira a capire come i giovani adulti si orientano nella disinformazione e a sviluppare strategie per combatterla efficacemente
Obiettivi:
Ottenere informazioni sull'identificazione della disinformazione scientifica e sui fattori che la influenzano tra i giovani adulti per tradurle in raccomandazioni utili per i responsabili politici
Risultati raggiunti
I risultati ottenuti includono l'organizzazione e l'attuazione di progetti come l'iniziativa di citizen science MeetMe@School e di eventi accademici come la Summer School UniSR, nonché la pubblicazione del rapporto Disinformation In Schools. Ulteriori contributi sono stati forniti attraverso la co-supervisione del progetto di tesi di una studentessa del Master PPPA, che ha portato a uno studio pilota sulla credibilità percepita delle notizie online tra le varie generazioni e sul ruolo dell’estetica
Dottorando: Benedetta Minardi
Supervisore: Francesca Pola
Abstract:
La ricerca si focalizza sull'individuazione delle potenziali applicazioni delle Key Enabling Technologies (KET) al fine di migliorare l'accessibilità degli archivi di scultura contemporanea, con particolare attenzione all'Archivio Andrea Cascella di Milano. Il progetto rientra nella missione PNRR “Dalla Ricerca all’Impresa” e si avvale della collaborazione dell’impresa Zenit Arti Audiovisive.
Obiettivi:
Il progetto mira a migliorare la conservazione, valorizzazione e accessibilità degli archivi di scultura contemporanea attraverso l'uso delle tecnologie abilitanti e lo sviluppo di soluzioni innovative basate su conoscenze storico-artistiche approfondite.
Risultati raggiunti
Durante il primo anno sono stati identificati approcci e metodologie innovativi per la valorizzazione digitale dei materiali archivistici, ponendo solide basi per la trasformazione dell'Archivio Andrea Cascella in un modello pioneristico per la gestione degli archivi di scultura contemporanea. In collaborazione con Zenit Arti Audiovisive si sta procedendo a una catalogazione sistematica dei materiali d’archivio, finalizzata anche a una piattaforma digitale online di contenuti integrati. Un risultato significativo è stato rappresentato dalla mostra “Incastri Vitali” ospitata presso Rossini Art Site, che ha offerto un primo esempio concreto di valorizzazione e reinterpretazione del lavoro di Cascella.
Dottorando: Cecilia Vergani
Supervisore: Roberto Mordacci
Abstract:
Il presente progetto ha come obiettivo quello di contribuire ad un avanzamento della riflessione etica sull’IA che vada oltre il focalizzarsi su soluzioni di natura tecnica per risolvere problemi tecno-sociali. Rivolgendo l’attenzione al fatto che la tecnologia è incorporata nelle relazioni sociali e nei sistemi di produzione, il progetto mira ad indagare le questioni etiche, in termini di dinamiche di potere, sfruttamento, discriminazione o ingiustizia, che emergono dallo sviluppo e l’utilizzo dell’IA nelle società contemporanee.
Obiettivi:
Il progetto mira a contribuire a colmare la distanza fra la riflessione etica sviluppata all’interno dell’industria e degli ambienti tecnologici e gli studi critici portati avanti in ambito filosofico-sociale.
Risultati raggiunti
Nel corso del primo anno di ricerca, l'obiettivo principale è stato approfondire il dibattito etico relativo all'Intelligenza Artificiale. Sono state indagate ed analizzate le diverse tecnologie e sistemi basati sull’IA attualmente in uso nelle nostre società, nonché le relative sfide etiche e morali connesse al loro utilizzo. Un’attenzione specifica è stata rivolta agli strumenti concettuali e metodologici che la filosofia può mettere a disposizione di una riflessione etica sul tema. Da un punto di vista teorico, lo studio degli autori appartenenti alla tradizione della teoria critica della Scuola di Francoforte si è rivelato particolarmente utile per inquadrare e affrontare tali questioni.
Dottorando: Martina Giovine
Supervisor: Bianca Cepollaro
Abstract:
Questo progetto riguarda il linguaggio non discriminatorio e la sua implementabilità all'interno delle amministrazioni pubbliche, raccogliendo sfide come quella del linguaggio inclusivo, fornendo una rassegna delle principali proposte esistenti, cercando di sviluppare un modello per valutarle, censendo e interpretando gli studi empirici esistenti sul tema, indagando la relazione tra comunicazione, stereotipi e pregiudizi e valutando le politiche e le buone pratiche esistenti
Obiettivi:
L'obiettivo del progetto è di dare un apporto originale al dibattito scientifico e di partecipare al governo, all’organizzazione e alla direzione strategica di amministrazioni pubbliche.
Risultati raggiunti
Analisi del panorama istituzionale e amministrativo rispetto al tema dell'implementazione di linee guida per una comunicazione inclusiva di genere; la stesura delle linee guida per l'Università Vita-Salute San Raffaele; la comprensione della relazione che intercorre tra genere, stereotipi e linguaggio e l'elaborazione di una riflessione su quali pratiche
linguistiche sono maggiormente utili nel contrasto agli stereotipi di genere.
Dottorando: Chiara Borgonovo
Supervisor: Francesca Pola
Abstract:
Il progetto di ricerca adotta un approccio interdisciplinare, fondendo le moderne teorie dell'immagine e la storia dell'arte, per esaminare gli aspetti materiali dei media digitali in relazione a opere d'arte che incorporano componenti tecnologiche. Analizza le complesse sfide poste da tali opere a livello interpretativo, conservativo e curatoriale, tracciando al contempo lo sviluppo storico della media art in Italia, identificando casi di studio rilevanti e valutando le strategie di analisi storico-critica, conservative e curatoriali applicate o applicabili in tali contesti.
Obiettivi
L'obiettivo principale del progetto è identificare nuovi approcci metodologici e strategie collaborative adottati a livello nazionale e internazionale per lo studio, la conservazione e la curatela della media art. Il progetto si propone di generare spunti utili al progresso della conoscenza e allo sviluppo di best practices nell’ambito della ricerca, conservazione e curatela della media art in Italia.
Risultati raggiunti
Il progetto ha permesso di ricostruire uno stato dell’arte aggiornato, considerando gli sviluppi del dibattito contemporaneo. È stato svolto un periodo di ricerca di sei mesi presso l’archivio di Studio Azzurro, durante il quale sono stati approfonditi casi di studio selezionati e supportata la progettazione di un database relazionale.
Inoltre, è stata realizzata una mappatura del panorama istituzionale italiano attraverso una campagna di interviste e una serie di colloqui con professionisti del settore a livello internazionale. La ricerca ha portato alla definizione di modelli innovativi per la conservazione, la valorizzazione e archiviazione della media art, con un focus specifico sul contesto italiano.
Dottorando: Edoardo La Ragione
Supervisore: Andrea Tagliapietra
Abstract:
Il progetto intende indagare i mutamenti di paradigma occorsi a seguito dell’ingresso dello “spazio digitale” all’interno delle pratiche di governo e delle forme di vita che esso ha dischiuso. In particolare occorre pensare a come si ridefinisca oggi lo spazio del “politico” laddove alcuni criteri tradizionali di definizione sembrano non fare più presa.
Obiettivi:
Ci si attende di riuscire a “cartografare” adeguatamente il presente, ricostruendone genealogicamente il passato e cercando di vedere i possibili esiti futuri.
Risultati raggiunti
In collaborazione con la Scuola Nazionale dell'Amministrazione (SNA) di Roma, la ricerca ha avuto modo di concentrarsi sul tema dello standard setting internazionale come pratica di governance volta a quantificare e valutare le performance della
Pubblica Amministrazione in linea con gli sviluppi del New Public Management e di studiarne sul campo le applicazioni. La ricerca ne indaga criticamente i presupposti teorici e le ricadute pratiche
Dottorando: Giulio Pennacchioni
Supervisore: Francesca Pongiglione
Abstract:
Gli ultimi rapporti IPCC confermano l'origine antropogenica dei cambiamenti climatici, mentre mancano ancora azioni politiche adeguate. Nonostante il consenso tra filosofi morali sull'importanza dell'azione individuale, la partecipazione alla mitigazione climatica è ancora limitata. Lo stesso vale per l’azione collettiva delle istituzioni, la cui responsabilità si estende anche alla comunicazione e all’educazione ai cambiamenti climatici.
Obiettivi:
Obiettivi: L'obiettivo è definire le responsabilità morali ed epistemiche degli individui e delle istituzioni e promuovere un coinvolgimento più ampio contro il cambiamento climatico.
Risultati raggiunti
I risultati raggiunti evidenziano come l’implementazione di un’educazione sostenibile, non ridotta alla sola dimensione tecnica, possa favorire una maggiore consapevolezza e partecipazione. Tale approccio integrato permette di coniugare responsabilità morali ed epistemiche, rendendo gli individui e le istituzioni attori più attivi nella mitigazione e nell’adattamento alla crisi climatica. La sfida è quindi quella di rafforzare la comprensione della sostenibilità come soluzione complessa, capace di stimolare sia azioni individuali che collettive. Un’educazione trasformativa, basata sulla sostenibilità, scolastica ed extrascolastica si configura, quindi, come elemento essenziale per superare l’attuale inazione.
Scienze Cognitive e Comportamentali
Dottorando: Francesca Berra
Supervisore: Andrea Galbiati
Abstract
L'insonnia è caratterizzata da difficoltà nell'iniziare o mantenere il sonno, con conseguente impairment diurno. Secondo il modello dell'iperarousal è causata da arousal fisiologico e cognitivo influenzato dallo stress. La sleep reactivity (SR), ovvero il grado in cui il sistema sonno tende ad essere perturbato dalla presenza di uno stressor è quindi un concetto fondamentale nella sua comprensione. Il modello AIE evidenzia il ruolo dell'attenzione nell'insonnia, perciò analizzaere le strategie di spostamento dell'attenzione potrebbe essere utile nel gestire la SR.
Obiettivi:
Indagare la relazione tra insonnia e reattività del sonno manipolandola in soggetti con e senza sintomi di insonnia, ponendo particolare attenzione al sonno REM, ed esplorando il ruolo dell'attenzione.
Risultati raggiunti
Abbiamo sviluppato, testato e validato uno strumento in grado di indurre stress, chesi è dimostrato efficace nel provocare sleep disturbance nei soggetti testati. Rimane da verificare il ruolo mediatore del dominio attentivo nel modulare questa relazione
Dottorando: Alessandra Castelnuovo
Supervisore: Maria Salsone
Abstract
La Sindrome delle Apnee Ostruttive in sonno (OSA) è un disturbo respiratorio in sonno, caratterizzato da episodi di completa o parziale ostruzione delle vie aeree superiori che causano frammentazione del sonno. L’OSA ha un alto impatto epidemiologico (9-38% della popolazione generale), è più frequentemente riportato negli uomini e con l’avanzare dell’età. Evidenze scientifiche dimostrano una stretta correlazione tra OSA e malattie neurodegenerative, quali la Demenza di Alzheimer. Il trattamento con CPAP potrebbe rendere reversibile il deterioramento cognitivo correlato all’OSA.
Obiettivi
Lo scopo di questo progetto è quello di creare una piattaforma web-based per la raccolta di dati clinico-strumentali, volta a identificare profili ad alto rischio di neurodegenerazione e predire la risposta al trattamento con CPAP.
Risultati raggiunti
I dati che abbiamo a disposizione mostrano un’età media del campione di circa 60 anni e una prevalenza maggiore nel genere maschile. Circa la metà del campione riporta in anamnesi ipertensione arteriosa e disturbi cardiovascolari. La maggior parte dei pazienti ha effettuato una valutazione neuropsicologica che mostra punteggi inferiori rispetto ai soggetti di pari sesso ed età nei domini della memoria e delle funzioni esecutive. I dati di follow-up al momento sono in fase di acquisizione.
Dottorando: Carla Blandino
Supervisore: Chiara Brombin
Abstract
La rivoluzione digitale ha avuto un impatto non solo sul modo in cui le persone interagiscono, ma anche sulla relazione con l'immagine di sé. I progressi nella tecnologia e l'aumento delle performance dell’IA hanno notevolmente migliorato gli algoritmi di rilevamento/riconoscimento/modifica del volto. L'ampia accessibilità di questi strumenti di editing, associata a una ridotta consapevolezza nell'uso delle tecnologie digitali, potrebbe avere un impatto psicologico significativo, soprattutto sui giovani utenti in fase di sviluppo che stanno già affrontando processi cruciali di costruzione dell'identità.
Obiettivi
Migliorare le conoscenze teoriche psicologiche su come gli adolescenti gestiscono il proprio sé digitale, esplorando il ruolo dell’ambiente sociale e dei tratti psicologici e sfruttando tecniche statistiche multivariate avanzate di tipo data-driven per testare e generare nuove ipotesi di ricerca.
Risultati raggiunti
I risultati delle analisi svolte su 1206 adolescenti attraverso l’uso di Bayesian Network suggeriscono che, quando i giovani percepiscono un alto supporto sociale, mostrano una ridotta preferenza per le interazioni online, migliori relazioni scolastiche, una diminuzione dei sintomi internalizzanti e dell'ansia per l'aspetto fisico, e una maggiore chiarezza del sé. Al contrario, il phubbing dei genitori porta a vedere la scuola come un ambiente di supporto, peggiora il benessere psicologico in termini di sintomi internalizzanti e di ansia per l'aspetto fisico, aumenta la preferenza per le interazioni online e l'uso dei social media per la regolazione dell'umore.
Dottorando: Martina Lattanzi
Supervisore: Valentina Antonia Tobia
Abstract
Un clima scolastico positivo favorisce il rendimento scolastico e il benessere di studenti e insegnanti. Questo progetto ha lo scopo di indagare l’impatto delle diverse componenti del clima scolastico, con particolare attenzione alle innovazioni didattiche e organizzative, al benessere e alle abilità cognitive di alto livello degli studenti e al benessere degli insegnanti. Lo studio, di tipo longitudinale, prevede la somministrazione di questionari, prove standardizzate e compiti
Obiettivi
Il progetto fornirà spunti utili per l’attuazione delle politiche scolastiche volte al miglioramento del clima scolastico e dell’innovazione.
Risultati raggiunti
Lo studio pilota del progetto di ricerca evidenzia che un aumento della percezione dell’innovazione didattica è associato a un maggiore benessere scolastico, in particolare nel rapporto studenti-docenti e famiglia-insegnanti. Maggiori livelli di
innovazione correlano con una concentrazione più alta e un clima scolastico più positivo, caratterizzato da migliori relazioni tra pari, supporto degli insegnanti e processi decisionali efficaci. I risultati suggeriscono un ruolo dell’innovazione quale fattore per migliorare benessere e clima scolastico.
Dottorando: Laura Raffaelli
Supervisore: Francesco Benedetti
Abstract
Dopo un aumento del 20% dei ricoveri per disturbi alimentari durante la pandemia di Covid-19, la ricerca psichiatrica sta ora dedicando maggiore attenzione allo studio dei marker biologici associati a tali disturbi. L'anoressia nervosa (AN), caratterizzata da basso apporto calorico, basso peso corporeo e una percezione distorta del corpo, è stata associata a significativi cambiamenti nella struttura e nella connettività cerebrale che si riscontrano parzialmente normalizzati con il recupero del peso. Inoltre, sembra che queste anomalie siano correlate al deterioramento cognitivo osservato nei pazienti affetti da AN, il quale svolge un ruolo cruciale nell'esacerbare la sintomatologia legata a questa patologia. Pertanto, ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno il ruolo dei correlati neurali, dei marker infiammatori e metabolici nello sviluppo dei sintomi e dei deficit cognitivi nell'anoressia nervosa
Obiettivi
Gli obiettivi dello studio sono i seguenti: i) esaminare i cambiamenti cerebrali, infiammatori e metabolici nei pazienti con AN, ii) la loro persistenza dopo il recupero del peso e iii) come questi fattori contribuiscano allo sviluppo della sintomatologia e dei deficit cognitivi nell'anoressia nervosa.
Risultati raggiunti
Abbiamo reclutato 23 pazienti con anoressia nervosa e 15 controlli sani. Tutti i pazienti hanno eseguito una risonanza magnetica (MRI), diversi test neuropsicologici e sintomatologici, e un prelievo di sangue. Ho iniziato a pre-processare tutte le immagini DTI e T1-weighted per effettuare analisi TBSS, VBM e SBM. Le analisi preliminari suggeriscono un’associazione negativa tra diversi volumi di materia grigia (GMV) e i deficit cognitivi soggettivi nelle pazienti con AN. Tuttavia, non è stata riscontrata alcuna associazione tra le funzioni cognitive oggettive (BACS) e il GMV. Infine, le immagini resting-state sono state pre-processate, utilizzando la toolbox CONN implementata in MatLab.
Dottorando: Andrea Salibba
Supervisore: Luigi Ferini Strambi
Abstract
L'ipotesi sperimentale del progetto è che vi sia la possibilità di produrre un trattamento cognitivo-comportamentale digitale per l'insonnia cronica (dCBT-I) con un'efficacia paragonabile al trattamento classico, in modalità gruppale. La modalità digitale permetterebbe di raggiungere un maggior numero di pazienti, offrendo maggiore accessibilità e disponibilità, per i quali non è disponibile un trattamento specifico. Questi vantaggi, a lungo termine, potrebbero ridurre l'impatto economico e sociale dell'insonnia presente in Italia.
Obiettivi
L’obiettivo generale del presente progetto di ricerca è quello di produrre un protocollo standardizzato in modalità digitale di CBT-I (dCBT-I) in lingua italiana e valutarne l’efficacia.
Risultati raggiunti
Abbiamo condotto analisi preliminari su dati già acquisiti per comparare gli effetti della Terapia Cognitivo-Comportamentale in versione gruppale e online (via software di comunicazione). I risultati non mostrano differenze significative nei benefici tra i due trattamenti. Per il progetto di dottorato, stiamo sviluppando gli strumenti e digitalizzando i contenuti del trattamento. Inoltre, siamo in fase di preparazione della documentazione per il comitato etico.