“Salva una vita e sei un eroe, salva cento vite e sei un infermiere.”
E’ questo l’aforisma di un anonimo che gli studenti dell’ultimo anno di infermieristica hanno scelto per chiudere la loro lettera, che riportiamo sotto
integrale, e che riassume il senso della loro professione. Hanno sentito il bisogno di seguire i loro tutori e futuri colleghi in prima linea raccogliendo i loro racconti, le loro impressioni per poter essere a loro vicini, condividendo i loro pensieri e le loro esperienze uniche. Li ringraziamo per averli condivisi anche con noi. Fra i tanti messaggi questi riportati sono l’esempio di come la professione infermieristica segua un percorso formativo e professionale che forma uomini e donne proiettati in una dimensione in cui si è portati a svolgere la propria professione vicino agli altri, siano essi pazienti o colleghi.
.... Ma sai che non vorrei mai stare a casa, sento il bisogno di
essere con i miei colleghi. Siamo molto più uniti e paradossalmente si lavora
meglio, adesso siamo davvero un gran bel gruppo…
Tonia, infermiera, 4C
… Penso a quello che sta andando bene in questo momento in cui sta
andando tutto male… e sarà bellissimo tornare alla normalità. Penso che
impareremo tutti ad apprezzare un po’ di più qualsiasi cosa!....
Laura, infermiera, prima
riabilitazione 4 DIMER ora reparto Covid
"Questi sono pochi dei tanti messaggi che ogni giorno ci scambiamo con tutti gli infermieri, tutti gli OSS, tutti i medici, tutti gli amici, tutti i futuri colleghi, tutte le persone che ogni giorno sentiamo ai telegiornali, sui social, sul web chiamare eroi.
Tutte quelle persone che ogni giorno stanno soffrendo con e per i malati, ma che non mollano.
Così noi vogliamo dare il nostro contributo, facendo sentire la nostra vicinanza, con un messaggio, una chiamata, una pacca sulla spalla virtuale, un abbraccio a distanza. L'impotenza che viviamo in questo momento, il non poter essere lì, fisicamente, a dare il nostro contributo a tutte quelle persone che un po' fanno parte della nostra vita e della nostra crescita, è devastante. Il dover stare fermi in questo momento è massacrante.
Ma nemmeno noi molliamo: continueremo a studiare, continueremo a crescere, continueremo a stare così, lontani ma vicini a tutti quelli a cui vogliamo bene e che lottano per noi, sperando che un giorno, non troppo lontano, potremo essere noi stessi "eroi" in prima linea.
Per cui grazie, grazie per permetterci tutto ciò anche in questo momento buio per il nostro Paese, grazie per la formazione che continuate a darci, grazie per le fatiche che state vivendo, grazie per non lasciarci del tutto passivi in questo momento. Siamo vicini, con testa e cuore, sempre, a tutti coloro che stanno lavorando, in tutti gli ospedali e in tutte le università. Siamo vicini a tutti voi, medici, infermieri, OSS e operatori del 118, che state lottando ogni giorno in questa emergenza in prima linea.
Siamo vicini a tutta la direzione del CLI che sta facendo di tutto per aiutarci a crescere cercando di favorire il nostro apprendimento e a chi di loro si è nuovamente spostato nei reparti per aiutare in questa emergenza. Siamo vicini a Cristina per la fatica e gli sforzi che sta facendo per permettere la nostra crescita, facendo da tramite fra noi e tutti i docenti. Siamo vicini a tutti i professori che, oltre ad essere professori, sono soprattutto medici e infermieri e che, nonostante le difficoltà, non ci stanno abbandonando.
Siamo vicini ad ogni persona dentro quell'ospedale, l'ospedale che ha il nostro cuore, l’ospedale dove siamo cresciuti e dove, grazie a tutto quello che avete fatto e che state facendo, continueremo a crescere.
Un aforismo, di un anonimo, dice: “Salva una vita e sei un eroe, salva cento vite e sei un infermiere.”
Ed è questo che sono, che siete e che saremo: infermieri.
E per questo non molliamo.
A voi e a loro solo un grande grazie;
A presto
3° anno CLI"