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Cortex: l'esoscheletro 3D che potrebbe sostituire il gesso

17 August 2017
Curiosiscience

Uno degli aspetti peggiori del fratturarsi un osso, oltre al dolore, è quello del dover indossare un fastidioso, scomodo calco in gesso. Soprattutto, l’ingombrante supporto diventa intollerabile d’estate, a causa di caldo, sudore e prurito. E se fosse possibile creare un gesso funzionale ed esteticamente gradevole? È stata questa l’idea di partenza di Jake Evill, uno studente neolaureato della scuola di Architettura e Design alla Victoria University di Wellington in Nuova Zelanda, che ha realizzato diversi prototipi del suo progetto, “Cortex”, creato utilizzando la stampa 3D.

Cortex è un esoscheletro che consente un sistema di supporto altamente tecnologico alla zona traumatizzata: è completamente ventilato, estremamente leggero perché costituito di nylon, riciclabile, impermeabile e perciò adatto anche alla doccia o al bagno, igienico, discreto, personalizzabile e, non ultimo, gradevole alla vista” spiega.

Sul suo sito web (che gestisce assieme al fratello Ollie, http://www.evilldesign.com/), Jake spiega i tre passaggi necessari per la realizzazione di Cortex:

  1. l’arto fratturato viene sottoposto a esame diagnostico ai raggi X per stabilire esattamente in quale punto è avvenuta la frattura;
  2. segue una scansione in 3D della parte interessata per rilevarne con precisione dimensioni e conformazione. I dati raccolti serviranno ad un software per riprodurre esattamente la forma dell’arto;
  3. infine, viene stampato in 3D il calco da indossare, con tanto di rinforzo nell’esatto punto in cui si trova la frattura.

In aggiunta a tutte queste caratteristiche che lo rendono certamente più funzionale e desiderabile rispetto a un classico calco in gesso, la struttura di Cortex può anche essere modificata in modo da presentare una maglia più fitta in prossimità dei punti più fragili, offrendo così maggiore protezione.

DA DOV’È NATA L’IDEA PER QUESTO PROGETTO?

A seguito di una frattura al proprio braccio, Jake era stato in grado di produrre un supporto della forma e della dimensione voluta, realizzandolo secondo il suo gusto e design, semplicemente utilizzando uno scanner 3D “casalingo”.

Non era particolarmente bello, ma sembrava funzionare sorprendentemente bene” ha dichiarato via e-mail al Daily News a proposito del suo prototitpo.

Evill ha poi inviato il suo modello della scansione ad una società olandese specializzata in stampe 3D, che ne aveva prodotto la struttura definitiva. Tuttavia si presentava un problema: oltre all’ingente costo, l’intero processo aveva impiegato 3 mesi per essere completato. Per questo, Jake ha deciso di ingegnarsi autonomamente per far conoscere Cortex alle platee appropriate.

Grazie ad Internet, la notizia di Cortex si è diffusa rapidamente, fino a raggiungere l’interesse dei chirurghi ortopedici in Europa e negli Stati Uniti. Jake è stato contattato da potenziali investitori, società di stampa 3D e progettisti che vorrebbero contribuire a realizzare il suo sogno. Tra i più desiderosi di aiutarlo nel suo progetto, con sua grande sorpresa, vi sono pazienti che attualmente soffrono a causa di ossa fratturate: talmente fiduciosi nella sua visione progettuale, si sono offerti di fare da “cavie” per sperimentare su di sé il prototipo di esoscheletro.

Ulteriori test saranno necessari per confermarne definitivamente la maggior efficacia rispetto ad una normale ingessatura – specifica – e cercheremo di migliorare il tempo necessario per stampare e solidificare il calco tridimensionale”. E conclude: “Sono attualmente alla ricerca dell’opzione migliore che mi consentirà di rendere Cortex disponibile per chiunque ne abbia bisogno”.

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