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Dimostrata l’efficacia preclinica dei linfociti NKT come piattaforma cellulare universale per il trattamento dei tumori

25 agosto 2022
Medicina

In un articolo pubblicato oggi sulla rivista Science Immunology i ricercatori del Laboratorio di Immunologia Sperimentale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele hanno dimostrato, in modelli preclinici, l’efficacia di una particolare popolazione di linfociti, chiamati NKT (Natural Killer T), come piattaforma cellulare universale da “armare” contro le cellule tumorali.

I ricercatori, sotto la guida di Paolo Dellabona e Giulia Casorati, hanno potenziato la naturale attività antitumorale dei linfociti NKT, armando queste cellule con un secondo recettore (TCR) specifico per antigeni tumorali attraverso metodiche di ingegneria genetica. In questo modo le cellule NKT hanno acquisito una doppia funzione, che consiste nella loro capacità naturale di modificare il microambiente neoplastico, mediata dal proprio TCR endogeno, combinata alla nuova abilità di uccidere in modo diretto le cellule tumorali, grazie all’espressione del TCR esogeno.

I risultati della ricerca, sostenuta da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, dimostra le potenzialità delle cellule NKT armate con recettori antitumorali (TCR o anche CAR) per l’immunoterapia del cancro, applicabile a neoplasie sia solide che ematologiche.

Le cellule NKT

Le cellule NKT, scoperte nei primi anni Novanta grazie al fondamentale contributo di Giulia Casorati e Paolo Dellabona, sono un particolare tipo di linfociti che esprime un recettore antigenico in grado di riconoscere antigeni lipidici associati alla molecola di presentazione CD1d.

Ciò che rende le funzioni di queste cellule universali è il fatto che il loro recettore per l’antigene (TCR) e la molecola CD1d sono identiche in tutti gli individui.

“Grazie a queste caratteristiche, le cellule NKT prelevate da un qualsiasi donatore possono essere utilizzate per trattare qualsiasi paziente e questo fa sì che esse rappresentino una piattaforma cellulare applicabile in modo universale nell’immunoterapia cellulare del cancro”, spiegano Dellabona e Casorati che, in studi recenti, hanno anche dimostrato il ruolo cruciale delle NKT nella risposta immunitaria antitumorale.

Lo studio

In questo nuovo studio il gruppo di ricerca del laboratorio di Immunologia Sperimentale del San Raffaele ha ulteriormente potenziato l’attività antitumorale dei linfociti NKT, modificandoli geneticamente in modo da far loro esprimere un recettore antigenico (TCR) specifico per un antigene tumorale. Le cellule NKT hanno così acquisito due funzioni antitumorali contemporanee: da un lato, la loro naturale capacità di eliminare le cellule che sopprimono il microambiente tumorale, dall’altro la nuova capacità di uccidere in modo diretto le cellule neoplastiche. Il risultato di questa azione antitumorale combinata delle cellule NKT è il controllo particolarmente efficace della progressione neoplastica in modelli sperimentali.

Spiega Gloria Delfanti, prima autrice dello studio che è stato oggetto del suo dottorato di ricerca presso l’Università Vita-Salute San Raffaele:

“Una volta prelevate da un donatore e trasferite, queste cellule hanno la caratteristica di non aggredire i tessuti normali del ricevente, a differenza dei degli altri linfociti T. Questo è un enorme vantaggio perché permetterebbe di ottenere da pochi donatori sani una banca di cellule NKT che, una volta espanse e modificate geneticamente in laboratorio con recettori antitumorali, possono essere successivamente trasferite ad ogni paziente il cui tumore esprima il determinato antigene bersaglio”.

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