Salute allo Specchio, il progetto del San Raffaele per le pazienti oncologiche
“Salute allo Specchio” è un progetto promosso dall’Ospedale San Raffaele in collaborazione con l’università Vita-Salute San Raffaele, ideato dalle Dott.sse Valentina Di Mattei, psicologa e ricercatore universitario, e Giorgia Mangili, responsabile oncologia ginecologica. “Salute allo Specchio” nasce dalla convinzione che eccellenza medica e qualità della cura debbano portare al pieno recupero del benessere fisico e psicologico della persona. È un percorso per ritrovare il sorriso e la fiducia in sé dedicato alle donne in cura per patologie oncologiche: questa iniziativa nasce per offrire un supporto concreto nella gestione degli effetti collaterali delle terapie, per ridare qualità alla vita, ritrovare vitalità, femminilità e il desiderio di stare con gli altri.
Abbiamo intervistato la Dott.ssa Valentina Di Mattei, una delle ideatrici e coordinatrici del progetto, che ci ha risposto così:
- Che impatto psicologico ha avuto “Salute allo Specchio” sulle vostre pazienti?
A partire dell’inizio del progetto abbiamo effettuato una ricerca per valutare se e come cambiano le pazienti dal punto di vista psicologico in seguito alla partecipazione. I dati raccolti nei primi tre anni di attività mostrano una riduzione significativa della sintomatologia ansiosa e depressiva ed un miglioramento degli indici di autostima. Le stesse pazienti vengono rivalutate anche dopo alcuni mesi e i dati evidenziano una stabilità dei benefici rilevati. La partecipazione al progetto sembra quindi favorire una modalità di funzionamento psichico stabilmente più adattivo alla situazione di malattia.
- Qual è stato il momento in cui si è sentita più orgogliosa di aver ideato e coordinato questo progetto?
È molto difficile rispondere perché le occasioni sono davvero tante. Ogni volta che concludiamo un ciclo sicuramente è molto emozionante sentire l’entusiasmo e la riconoscenza delle pazienti che hanno partecipato. Siamo molto orgogliosi anche per i tanti ospedali in Italia e all’estero che ci chiedono di ‘esportare’ lì il nostro progetto, così come degli inviti a corsi e congressi per presentare questa nuova forma di terapia in oncologia.
- Da ex-studentessa UniSR e oggi ricercatore universitario, che messaggio vuole lasciare agli studenti potenzialmente interessati ad iscriversi presso la nostra Facoltà di Psicologia?
Dico sempre che Salute allo Specchio non poteva che nascere qui. Il nostro Ateneo insegna prima di tutto che il malato va curato a 360 gradi e per farlo è necessario integrare le competenze di diverse discipline. Nel nostro caso la stretta collaborazione tra il Reparto di Ginecologia diretto dal Professor Candiani e il Servizio di Psicologia Clinica della Salute diretto dal Professor Sarno ha permesso di creare qualcosa che non esisteva prima e che costituisce una nuova opportunità professionale. Tuttavia sono convinta che per innovare sia necessario partire da basi teoriche e di metodo molto solide e tradizionali come quelle che da sempre il nostro Ateneo trasmette ai suoi studenti.
Molte sono le iniziative che coinvolgono questo progetto.
Ad esempio, dal 30 gennaio al 3 febbraio “Salute allo Specchio” ha aderito alla Giornata mondiale contro il cancro. Lo staff, composto da professionisti e volontari che con grande competenza, tenacia e passione accompagnano e coccolano le pazienti in ogni stadio del loro percorso, ha allestito un banchetto informativo e benefico per illustrare le diverse attività del programma a partire dal tema “We can. I can”, motto scelto quest’anno dalla campagna mondiale del World Cancer Day.
Sul tema dell’onco-fertilità il 19 gennaio si è tenuto un incontro aperto al pubblico alla Casa dei Diritti del Comune di Milano, “Ho un tumore, sarò mamma?”, seguito dalla mostra fotografica “Oltre lo Specchio. Camei di donne” a cura di Marco Casiraghi e Guido Taroni. Oggi la prospettiva di maternità per pazienti oncologiche non è più irraggiungibile grazie a tante specialità e competenze che all’Ospedale San Raffaele si coordinano e lavorano insieme: ginecologi esperti di patologia della gravidanza, oncologi, oncologi ginecologici, ecografisti specializzati, radiologi, biologi, neonatologi… Ha specificato la Dott.ssa Mangili: “Non si tratta di dare un figlio a tutte le donne con un tumore, ma di mettere tutte quelle che lo desiderano nelle migliori condizioni possibili per provare a realizzare il loro desiderio, mettendo a disposizione tutte le tecniche possibili”.