Il cervello è uno degli organi – se non l’organo più complesso e affascinante del nostro corpo, tutt’oggi compreso solo in parte. Ad esempio, non sono ancora del tutto chiari gli intimi meccanismi che inducono proprio alcune cellule del cervello a “decidere” di interagire tra di loro per dare origine a un pensiero o a un’azione concreta. Nemmeno compiutamente riempiti di significato, dal punto di vista scientifico, sono termini come intelligenza, coscienza, empatia e sentimento. Ciononostante il nostro agire è il prodotto delle funzioni del cervello, quindi studiare “l’uomo che pensa” può aiutarci a capire “l’uomo che fa”. Non esistono indicazioni assolute sul buon agire; invece, può essere più utile e costruttivo esaminare i fatti come la scienza moderna li ha elaborati, e da questi ripartire per offrire una proposta e un’alleanza a chi, nella nostra società, ricopre un ruolo decisionale: nello specifico chi fa di professione (e passione) il politico e l’amministratore. Per farlo è necessario servirsi dell’analisi puntuale delle strutture essenziali in cui azioni e comportamenti vengono ideati, pianificati e generati.
Per questa ragione, il Professor Gianvito Martino, medico neurologo, Ordinario di Biologia Applicata all’Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore Scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, insieme a Marco Pivato, giornalista scientifico e scrittore, ha voluto contribuire con il testo “Usare il cervello: ciò che la scienza può insegnare alla politica”, edito da “La nave di Teseo”, collana “Le Onde”.
Il libro racconta – in modo chiaro e accessibile a tutti – i segreti del cervello, per imbastire una riflessione sulle dinamiche dell’organizzazione dell’azione. “Capire come si utilizza il cervello, e metterlo in pratica – si legge nell’introduzione – è l’unico modo sicuro per garantire che funzioni bene e a lungo. Ma per utilizzarlo bene dobbiamo prima conoscerlo”. Un racconto che rimette le frontiere della mente, l’intelligenza, la memoria, al centro di un dibattito civile e politico.