La ricerca condotta dai medici e ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, in collaborazione con ospedali di tutto il mondo – dal Brasile alla Malesia, dall’Arabia Saudita alla Russia – ha voluto verificare l’effettiva differenza fra i due tipi di anestesia generale nelle operazioni di bypass aortocoronarico, monitorando la mortalità a un anno dei pazienti ed eventuali reazioni avverse all’anestesia. “Abbiamo scelto di focalizzarci sull’intervento di bypass aortocoronarico perché si è dimostrato essere un ottimo modello per vedere gli effetti dell’anestesia, oltre che uno degli interventi maggiori più frequenti – conta infatti circa un milione di interventi l’anno”, afferma il Prof. Landoni, primo autore dello studio.
Dal 2014 al 2017 sono stati reclutati 5.400 pazienti – un numero particolarmente ampio per ricerche di questo tipo – successivamente divisi in due gruppi in modo randomizzato: un gruppo è stato trattato con anestesia volatile e l’altro con anestesia intravenosa. Monitoraggi successivi non hanno mostrato alcuna differenza significativa nelle conseguenze cliniche post-operazione. Anestesia volatile e intravenosa sono, quindi, ugualmente sicure.
“Siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto perché, oltre a rassicurare medici e pazienti, ciò significa che già nell’immediato sarà possibile ridurre i costi dell’anestesia in ogni paese: dal momento che i risultati sono del tutto comparabili, saranno i paesi stessi a decidere se preferire un’anestesia rispetto all’altra a seconda dei costi che questa comporta caso per caso”, afferma il Prof. Zangrillo.