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Dal pipistrello all’uomo: il "salto" di SARS-CoV-2

27 marzo 2020
Curiosiscienza

In giorni di paura e incertezza generati dalla pandemia da SARS-CoV-2 stiamo assistendo all’alimentarsi e diffondersi di fake news relative all’origine del virus. Tra le notizie più condivise, quella della presunta “creazione” in laboratorio del nuovo Coronavirus, smentita da numerosi studi scientifici (uno dei più recenti pubblicato su Nature Medicine, che ha analizzato la sequenza genica del virus). Piuttosto, pare che l’origine evolutiva di SARS-CoV-2 sia da ricondurre ai pipistrelli. Cosa dice la scienza a riguardo? E qual è il ruolo dei pipistrelli nella diffusione di tale virus? Lo abbiamo chiesto al Dott. Andrea Locatelli, ricercatore presso l’Unità “Malattie da invecchiamento” dell’Ospedale San Raffaele, che da anni si occupa di studiare i pipistrelli e i segreti della loro longevità.

I pipistrelli, eccezionali serbatoi virali

SARS-CoV-2 è solo uno tra i molti ceppi di coronavirus esistenti, che da recenti analisi genomiche risulta essere un parente stretto del SARS-CoV, un Betacoronavirus responsabile di un’epidemia che si diffuse nel 2002-2003. I primi studi dell’epoca indicarono come ospite di SARS-CoV una specie di pipistrello asiatico appartenente al genere Rhinolophus. I pipistrelli sono infatti considerati dei veri e propri serbatoi virali in quanto caratterizzati da un sistema immunitario unico tra i mammiferi, in grado di permettergli di veicolare virus (inclusi rabbia, ebola, SARS etc) senza subirne gli effetti dannosi. La loro eccezionale longevità (alcune specie possono vivere oltre 40 anni) unita alla loro organizzazione sociale (vivono in colonie numerosissime, anche tra specie diverse) crea delle condizioni evolutive ideali al virus ospite per mutare ed evolversi in altre forme più o meno aggressive. Come se ciò non bastasse, la capacità di volare favorisce ulteriormente la mobilità e dunque la diffusione di virus da parte di questi animali.

Nessun complotto: è un salto di specie

Data la loro vicinanza filogenetica con l’uomo è facile immaginare come, in alcuni casi, si possano creare condizioni favorevoli all’insorgenza di zoonosi, ovvero salti virali da animale verso l’uomo. Nei paesi del sud-est asiatico, come in altre zone del mondo, i pipistrelli fanno parte della cucina tradizionale e ne sono molto apprezzate le carni, in particolare delle cosiddette “volpi volanti”, pipistrelli frugivori di grandi dimensioni. In tale scenario, SARS-CoV-2 pare essersi prima sviluppato e successivamente evoluto in una forma più virulenta all’interno di un essere umano. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine mostra infatti chiaramente (invalidando ogni teoria complottista) come questo virus sia prodotto esclusivo della selezione naturale ed abbia subito successive mutazioni uomo-specifiche trasformandosi poi nella forma che conosciamo oggi.

Ma non è tutto: altri studi filogenetici hanno addirittura permesso di localizzare l’origine evolutiva del SARS-CoV-2 ad alcune popolazioni distinte di pipistrelli che abitano alcune grotte vicino all’epicentro e primo focolaio della diffusione pandemica del virus nella Cina centro-orientale[1],[2], sebbene sia difficile localizzare geograficamente un’origine evolutiva con precisione e sarebbero necessarie analisi più approfondite.

La responsabilità dell'uomo

Da sottolineare che tale evento di contagio da pipistrello a uomo sarebbe senz’altro imputabile ad una manipolazione impropria da parte dell’uomo di materiale biologico infetto, considerata la natura estremamente schiva ed elusiva di tali animali, la cui presenza sul nostro pianeta rimane fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio ecosistemico globale. Partendo da qui, il virus ha viaggiato silenziosamente, mascherato da tempi di incubazione lunghi e sintomatologia compatibile con le malattie stagionali, fino ai punti nevralgici commerciali del pianeta, diffondendosi ovunque e verosimilmente mutando in forme sempre più adatte ad infettare il nuovo ospite all’interno di esseri umani. La storia epidemiologica e la biologia evoluzionistica ci insegnano che tali scenari sono frequenti e sempre più probabili in contesti di sovrappopolazione come quella che caratterizza la nostra società moderna. Grazie alla scienza ed alla corretta informazione impareremo di più sui meccanismi sconosciuti dell’eccezionale sistema immunitario dei pipistrelli, contribuendo senz’altro allo sviluppo di tecnologie biomediche innovative che saranno indispensabili per vincere le battaglie epidemiologiche del futuro.

 

Immagine nel testo: microscopia elettronica a trasmissione che mostra particelle di SARS-CoV-2 che emergono dalla superficie di cellule infettate. Credit: Rocky Mountain Laboratories (RML), United States National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID)

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