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COVID-19: uno studio UniSR analizza i dati provinciali di mortalità

23 aprile 2020
Medicina

Piacenza, Bergamo e Lodi le province più colpite; seguono Cremona, Brescia, Parma, Alessandria, Lecco, Sondrio e Aosta

 

Si potrebbe definire “l’epidemia della A21”, in riferimento al percorso dell’autostrada che tocca alcune delle province del nord Italia maggiormente colpite dall’epidemia di COVID-19. A rilevare questa localizzazione dello sviluppo dell’epidemia secondo una traiettoria è uno studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano che si è concentrato sulla rilevazione dei tassi di mortalità per COVID-19 dall’inizio dell’epidemia e per i primi 55 giorni, ovvero fino al 17 aprile scorso. Lo studio, realizzato nell’ambito del Progetto europeo Horizon 2020, è in via di pubblicazione sulla rivista ACTA BIOMEDICA.

Dall’analisi dei dati pubblicati dalla Protezione Civile e dai siti delle regioni, relativi alle province della Lombardia, dell’Emilia Romagna, del Piemonte e della Val d’Aosta, emerge che la provincia con il più alto tasso di mortalità cumulativa sia Piacenza (258,5 morti x 100.000 abitanti), seguita da Bergamo (255,9) e Lodi (247,8), cui seguono Cremona e Brescia. Tra le province del nord Italia segnate da più di 100 morti x 100.000 abitanti si trovano anche Parma, Alessandria, Lecco e Sondrio.

Dichiara il primo autore della ricerca Prof. Carlo Signorelli, ordinario di Igiene e Sanità pubblica e Direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva e presso UniSR:

“Questi dati danno un’immagine della dinamica epidemica che sfugge quando si analizzano i dati aggregati su base regionale. L’epidemia non guarda ai confini amministrativi ma piuttosto alle grandi vie di comunicazione e scambio. Le 12 province più colpite appartengono a 4 regioni diverse e ciò testimonia come la diffusione abbia seguito delle dinamiche che andranno meglio studiate e che cercheremo di approfondire. La prossima fase del nostro studio comprenderà anche l’analisi dei dati complessivi di mortalità, non solo per le province, ma anche per comuni o distretti, per valutare i singoli focolai che probabilmente sono, in un primo momento, sfuggiti all’osservazione, nonché la quota di decessi non rilevati dal sistema di notifica COVID-19”.

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