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Un nuovo meccanismo per i tumori che evadono il sistema immunitario

10 aprile 2020
Premi e riconoscimenti

I progetti per giovani ricercatori ci danno la possibilità di crescere e fare esperienza, per poi in futuro diventare indipendenti. Ricevere questo finanziamento Cariplo è stato un grande onore e una grande responsabilità. È poi arrivato in un momento particolare della mia vita, giusto al rientro dalla mia seconda maternità. Mi ha davvero dato la spinta per capire che potevo continuare a essere insieme una valida scienziata e una mamma felice”. Sono le parole della Dott.ssa Maya Fedeli, ricercatrice presso l’Unità di Immunologia Sperimentale del San Raffaele. Da sempre affamata di conoscenza, sin da bambina sapeva che lavoro avrebbe voluto fare da grande: oggi, con un PhD in Immunologia, si occupa di studiare i meccanismi molecolari alla base dell’eterna lotta tra tumori e sistema immunitario. Il bando Cariplo “Ricerca Biomedica Condotta da Giovani Ricercatori” offre ai ricercatori under 40 l’opportunità di sviluppare e potenziare carriere indipendenti, conducendo progetti di ricerca sotto la propria responsabilità. Grazie al finanziamento da lei vinto, esplorerà i processi biologici responsabili di un nuovo meccanismo di evasione tumorale.

Il sistema immunitario e la lotta contro i tumori

Ogni giorno il nostro sistema immunitario uccide delle cellule in cui casualmente sono insorte delle mutazioni che potrebbero farle diventare tumorali” racconta Maya. “A volte però queste cellule sfuggono al controllo effettuato dal sistema immunitario, nascondendosi tramite vari meccanismi molecolari: il cancro risulta così libero di crescere e manifestarsi clinicamente. Il tumore poi è capace non solo di sfuggire agli attacchi del sistema immunitario, ma riesce persino a reclutarne alcune componenti che andranno ad agire a favore del tumore”.

Rieducare il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali è lo scopo ultimo dell’“immunoterapia del cancro”. Con questo approccio, negli ultimi anni numerose terapie hanno dato risultati sorprendenti, rivoluzionando le prospettive terapeutiche per molti pazienti oncologici. A riconoscimento di ciò, nel 2018 James Allison e Tasuku Honjo sono stati insigniti del premio Nobel per la Medicina per la loro scoperta della possibilità di curare il cancro bloccando l’inibizione della risposta immunitaria.

Il progetto di Maya

Il sistema immunitario è una rete complessa di tessuti, cellule e organi che ci difendono il nostro corpo dai germi (batteri, virus, funghi, parassiti) e li combattono. Quando il sistema immunitario avverte qualcosa di “diverso” dal normale, attiva speciali cellule (i globuli bianchi) che viaggiano fino al punto in cui c’è il problema, attaccano gli invasori e li eliminano. Anche le cellule tumorali possono essere considerate invasori ed essere combattute dal sistema immunitario. I tumori derivano da una cellula dell’organismo che “impazzisce”: perde alcune sue proprietà, ne acquisisce altre e comincia a moltiplicarsi al di fuori di ogni regola. Si calcola che il nostro sistema immunitario distrugga una nuova cellula tumorale ogni giorno.

Nel mio progetto studio dei globuli bianchi particolari chiamati linfociti invarianti Natural Killer T (iNKT). Diversamente dagli altri linfociti T (che richiedono un ciclo di attivazione specifica), questi sono già “armati” e pronti a combattere. Una volta attivati, vanno a regolare le funzioni di altre cellule dell’immunità. Molte evidenze sperimentali sostengono che le iNKT abbiano un ruolo importante nella sorveglianza del sistema immunitario (“immunosorveglianza”) contro tumori solidi ed ematologici. L’acquisizione di profondi difetti funzionali da parte di queste cellule durante la progressione tumorale ha un significativo impatto negativo sulla prognosi dei pazienti. Scopo del mio progetto è definire i meccanismi molecolari che portano a una disfunzionalità delle cellule iNKT, mediante analisi multiparametriche in differenti modelli sperimentali, con l’obiettivo finale di identificare possibili bersagli da includere in nuovi approcci immunoterapeutici per il cancro”.

Il team dell’Unità Immunologia Sperimentale; in seconda fila da destra, la Dott.ssa Giulia Casorati, Group Leader dell’Unità, e il Dott. Paolo Dellabona, Direttore della Divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie Infettive.

 

La passione per l’immunoterapia del cancro

Dopo la laurea in Biotecnologie mediche e medicina molecolare ad indirizzo oncologico, Maya ha conseguito un dottorato di ricerca in Immunologia. “Fin dall’università, quando cominciai a leggere i primi articoli sull’immunoterapia del cancro, avevo capito che quello sarebbe stato il campo in cui avrei voluto dare il mio contributo. Mi sono prima occupata di come le cellule tumorali divenissero immortali (all’Istituto Nazionale Tumori) e poi, durante il dottorato (al San Raffaele), di come si sviluppano i linfociti NKT invarianti”. Unendo l’argomento che più l’appassionava alle competenze di ricerca di base acquisite durante il suo percorso, è diventata pronta per un progetto che fosse più applicativo: “Il finanziamento mi consentirà di dedicarmi a una ricerca più traslazionale, che faccia da ponte tra il bancone del laboratorio e la corsia dell’ospedale”.

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