La sfida della formazione nell'era dell'Intelligenza Artificiale
Il discorso del Presidente di UniSR, Paolo Rotelli

Si è svolta oggi, mercoledì 20 novembre 2024, la Cerimonia di Inaugurazione dell'Anno Accademico 2024-2025 dell’Università Vita-Salute San Raffaele. L'evento ha visto la partecipazione di studentesse e studenti, docenti e autorità, riuniti presso il nostro campus per celebrare l'inizio di un nuovo anno dedicato all'apprendimento e alla crescita, riflettendo sui traguardi raggiunti e sulle sfide future.
Mai come quest’anno lo Studente è stato messo al centro di tutti gli interventi e le relazioni, a significare il ruolo fondante che studentesse e studenti, e dunque le università, hanno nel contribuire alla crescita e al benessere della nostra società.
La cerimonia si è aperta con il discorso di Paolo Rotelli, Presidente dell’Università Vita-Salute San Raffaele, il quale ha ricordato le radici di UniSR, ateneo che riconosce l’importanza della tradizione ma al contempo moderno e aperto all’innovazione, e sottolineando come il senso critico e la ragione siano due elementi imprescindibili che ci permetteranno di navigare il prossimo futuro segnato dalla rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale.
Queste le parole del presidente Rotelli:
“La nostra Università é una giovane Università, fondata nel 1996: ha quindi solo 28 anni, meno di molti dei nostri studenti, ancora alle prese con i loro ultimi anni di scuola di specialità.
Si tratta di un’istituzione moderna, che riconosce l’importanza della tradizione, e vuole quindi studiarla per adattarla alle sfide di oggi.
Per questo la nostra Università, dall’incipit è sempre stata Medicina, Psicologia e Filosofia, in modo da proporre alle nostre studentesse e ai nostri studenti e alla società una visione olistica dell’essere umano, della sua cura, e rispondere alla domanda: “Quid est homo?”.
Filosoficamente il concetto di modernità si contrappone al concetto di tradizione. La tradizione si intende come la trasmissione di pratiche e credenze proveniente dal passato. Stabilità e continuità sono i valori principali, mentre modernità significa trasformazioni culturali, sociali ed economiche tramite il progresso, l’innovazione e la rottura col passato.
Paradossalmente, quando si dirige un’istituzione che si fa garante di valori stabili e continui, per assicurarne la perennità è essenziale capire il contesto moderno e le sue sfide. Oggi più che mai la combo social media-intelligenza artificiale ci indica le porte di una nuova rivoluzione industriale, politica ed economica.
In pochi anni l’intelligenza artificiale di Chat GPT si è dimostrata capace di rimpiazzare l’essere umano in molti lavori intellettuali: per la prima volta una rivoluzione tecnologica entra in competizione diretta con il cervello umano, al di là del campo della matematica, pretende di entrare in competizione con la mente umana.
A breve ci sarà bisogno di molti meno assistenti, consulenti, middle manager.
In sintesi: la classe media intellettuale, fiera di lavorare più di 8 ore al giorno, diventa facilmente rimpiazzabile da una macchina che produce le loro conclusioni in pochi secondi.
Vi do un esempio concreto:
Sanofi ha ottenuto risultati economici incredibili l’ultimo anno perché ha implementato massicciamente l’uso dell’intelligenza artificiale nei propri processi decisionali. Si sono resi conto che il computer conosce su quale molecola puntare e che programma seguire per avere il massimo successo economico, meglio di quanto farebbero dieci persone che si riuniscono venti ore.
In sintesi, i principali clienti di molte università, questa classe media intellettuale, così come sono formati oggi, diventano inutili.
Questa è la sfida per le Università e la nostra Università: come formare cittadini utili nell’era dell’intelligenza artificiale.
Risposta: il senso critico e la ragione.
L’intelligenza artificiale, i social media, sono strumenti potentissimi, ma alla fin fine sono solo strumenti che l’uomo gestisce ed usa, e restano assolutamente non autonomi. L'intelligenza artificiale non può darsi obiettivi da sola, non può creare cose nuove, non può ragionare come un essere umano per creare, è uno strumento che batte assolutamente l'essere umano in correlazioni matematiche e quindi aiuta l'essere umano che ragiona e crea più velocemente.
L’essere umano che sa usare l’intelligenza artificiale e i social stravincerà su chi non vuole o non sa usarli.
Qui la storia insegna che le civilizzazioni che hanno per prime maestrato rivoluzione tecnologiche hanno sempre prevalso, non sto inventando nulla. La nostra sfida è di formare persone capaci di usare questi nuovi strumenti al meglio: bisogna quindi formali tecnicamente in tal senso. Per questo abbiamo aperto una Laurea Magistrale insieme al Politecnico di Milano per formare Data e Computer Scientists.
Al di là di chi si iscriverà al corso, vogliamo avere queste competenze disponibili per tutti nella nostra Università, nello stesso modo in cui oggi chi studia da noi Medicina ha anche basi umanistiche grazie a Filosofia e Psicologia.
Bisogna appunto insegnare la cultura tradizionale occidentale, basata sulla filosofia greca, sulla storia della nostra civilizzazione, perché non c’è modo migliore per svegliare la ragione: coltivare il senso critico. Per questo stiamo creando un Polo delle Scienze Umane e Sociali che metta insieme Psicologia, Filosofia e ci permetta di svilupparci ulteriormente negli altri ambiti dell’umanesimo.
Chi sarà più bravo nelle scienze umane, qualunque sia la propria specialità finale, sarà più bravo a gestire le nuove tecnologie. Perché nell’inflazione informativa che esse producono, bisogna sapere distinguere bene e rapidamente il vero dal falso, il preciso dall’approssimativo. Bisogna sapere che domande fare e come per ottenere il risultato migliore.
Il computer non rimpiazzerà il medico, ma il medico che lo usa bene rimpiazzerà quello che non lo usa bene. Uguale per l’avvocato, l’economista, il trader, il consulente.
UniSR vuole cogliere questa sfida e formare i cittadini 3.0 aumentati dalla potenza dell’intelligenza artificiale e dei social, e mai sopraffatti da essi, grazie al loro spiccato senso critico proveniente da una robusta cultura tradizionale.
Dobbiamo assolutamente come UniSR e come Paese cogliere questa sfida perché, quando ci guardiamo attorno al di fuori dei confini europei, la concorrenza è spietata e in forte espansione.
Allarghiamo un po’ i nostri orizzonti, passiamo dalle sfide dovute alle rivoluzioni tecnologiche a quelle dovute alla geopolitica.
L’impero europeo è finito con la Seconda guerra mondiale e ha lasciato prima il posto a un confronto fra due super potenze, poi alla totale egemonia degli Stati Uniti d’America grazie all’implosione economica e politica dell’Unione Sovietica.
Oggi non siamo più nel 1989, mio anno di nascita, d’altronde, e gli Stati Uniti non stravincono più. Non riescono più con il loro soft power a garantire la pace mondiale. Ci sono 2 guerre maggiori in corso, una alle nostre porte, l’altra poco più in là. Francis Fukuyama nel suo libro “La fine della storia e l’ultimo uomo” del 1992 aveva assolutamente torto. Oggi possiamo dirlo con certezza, “pace perpetua” non è un buon titolo per 2024.
Si va quindi sempre di più verso un mondo multipolare dove il modello cultura europeo non è più il modello ideale. Anzi il modello delle democrazie liberali capitaliste è sotto attacco.
E quindi essenziale riaffermare la nostra adesione a questo modello, infondendo ancor di più la nostra storia, la nostra cultura, nei nostri cittadini. Per questo Università e Media dovranno lavorare molto di più mano nella mano. Bisogna smettere di rincorrere il fatto, il momento, e riaffermare i nostri valori, dispiegare la nostra cultura.
Oggi la Cina è un’economia in transizione. Passa da un modello di crescita basato sull’’immobiliare, la manifattura di basso livello e i mercati digitali a basso costo a un nuovo modello di crescita basato su delle industrie basate su nuove tecnologie.
Esempio di queste nuove aziende cinesi: lo show-room di BYB piazza duomo – si tratta di auto elettriche tecnologicamente molto migliori delle nostre.
Questo è oggi possibile perché dal 2000 al 2019 la Cina è passata dal rappresentare solo il 5% della spesa mondiale in ricerca e sviluppo, a rappresentarne il 22%. Questa spesa continuerà ad aumentare del 7% all’anno e supererà quella degli USA che oggi sono i primi col 30% della spesa globale in R&D.
Oggi, a livello globale, 40% dei laureati in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica sono Cinesi e 20% indiani.
In tema di tecnologie strategiche gli USA nel 2003-2007, erano i leader in 60 categorie, la Cina solo in 3. Nel 2023, la Cina è leader in 57 categorie sulle 64 ritenute.
Infine, in tema di ricerca scientifica oggi la Cina produce più pubblicazioni che gli USA e ha superato gli USA anche in qualità oltre che quantità se ci si basa sul Nature Index.
In conclusione, l’Europa, l’Italia, anche se sono indebitati devono spingere investimenti massicci in ricerca e sviluppo per non sparire.
In tal senso il Gruppo San Donato e UniSR fanno la loro parte.
Secondo Times Higher Education World University Ranking siamo fra le 250 migliori Università al mondo, quarti in Italia.
E in tema di qualità della ricerca ci collochiamo in maniera straordinaria: siamo quarti al mondo per questo aspetto dietro solo MIT, Stanford e Harvard. Abbiamo un punteggio particolarmente alto per l’impatto delle citazioni e l’influenza globale della ricerca scientifica.
Siamo quindi fieri di essere una piccola eccellenza italiana, ad altissimo impatto internazionale.
E vorremmo contribuire ad un nuovo trionfo della cultura classica occidentale, perché la consideriamo la migliore medicina contro i potenziali effetti avversi delle sfide tecnologiche e geopolitiche.”
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