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Eyes of the tiger: la libertà di essere 

08 marzo 2025
Ateneo

Professoresse, dottoresse, chirurghe, filosofe, psicologhe, ricercatrici, scienziate, maestre, divulgatrici, cestiste, professioniste, esperte, pallanuotiste, calciatrici, tenniste, cheerleaders, donne, mamme, figlie, nonne, sorelle, amiche.

L’8 marzo è un giorno in più in cui dare voce a chi sta aprendo le strade del cambiamento, mostrando con determinazione e coraggio come ogni persona diventa straordinaria quando sa di poter indossare il camice da laboratorio o da medica, la divisa da infermiera, la divisa da cheerleader, e sapere di potersi sentire sempre se stessa. 

Intervistando le nostre studenti che fanno parte del pluripremiato gruppo ufficiale di cheerleading UniSR e che studiano Medicina e Psicologia, abbiamo visto come un ambiente inclusivo come quello del nostro Ateneo abbia giocato un ruolo fondamentale nel loro percorso. 

L’ispirazione, infatti, arriva spesso dalle nostre professoresse:  

  

Questa università ci ha permesso di entrare in contatto con donne  straordinarie a cui ispirarci.

  

Noi cerchiamo sempre straordinarie storie di donne tra le aule,le corsie e i laboratori. Abbiamo scritto sui nostri canali Giulia Bonavina, Sonia Levi, Valentina Di Mattei, per citare solo alcuni degli esempi più recenti; e vi raccontiamo delle numerose iniziative a favore dell’inclusività come i Gender Lunch, il CUG, le carriere alias, e molte altre ancora.  

Per la Giornata dell’8 marzo abbiamo scelto di conoscere meglio un gruppo di donne diverso e speciale per riflettere su quello che abbiamo raggiunto e i passi che dobbiamo ancora fare; insieme a loro abbiamo riflettuto su temi forti, ma di cui è ancora necessario parlare: pregiudizio, abuso, violenza e discriminazione.  

Eyes of the tiger: la parola alle Cheers 

Queste ragazze sono forti, intelligenti, determinate, future mediche, chirurghe e psicologhe e piene di voglia di cambiare il mondo attraverso i loro studi, il loro sport, aiutandosi e supportandosi a vicenda. Grazie al loro lavoro e determinazione sono riuscite a guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione delle altre squadre sportive. 

Il ballo è per noi espressione, arte, sport

e insegna loro come affrontare le situazioni difficili.

L’oggettificazione è nello sguardo altrui, non in quello che facciamo 

- Afferma una delle cheerleaders che studia Psicologia. 

Parole che ci spingono a riflettere su quanto sia importante affermare la propria libertà di espressione, rivendicando il diritto di essere in tutte le sue forme.  

Ci hanno raccontato la loro amicizia, solidarietà, sisterhood, gli studi, l’ambiente e come questo le ha sostenute nella loro ricerca e definizione della propria identità. Per noi, questo è davvero essere changemakers: accogliere il cambiamento, trasformare la realtà rimanendo fedeli a sé stessi, senza lasciarsi definire dagli stereotipi.  

Guidate dal loro motto che dà loro la carica e le unisce prima delle competizioni: EYE OF THE TIGER

Conosci la storia del cheerleading? 

Il cheerleading nasce nelle Ivy League, praticato esclusivamente da studenti universitari maschi, in ambienti da cui le donne e le altre minoranze erano escluse. Diviene poi uno sport quasi completamente al femminile durante la Seconda guerra mondiale, ovvero quando gli uomini vengono chiamati al fronte e le donne sono costrette a rimpiazzarli nelle fabbriche. Spesso sminuito per il suo spiccato legame con la femminilità, il cheerleading non dovrebbe essere ridotto a semplici coreografie e sorrisi smaglianti: nel tempo, infatti, sono stati introdotti al suo interno diversi e complicati elementi, provenienti dalla ginnastica artistica e dal ballo, rendendolo uno sport a tutti gli effetti.  

Fonte 

1. https://www.britannica.com/sports/cheerleading  

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