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UniSR: scuole di specializzazione oltre i confini accademici

La storia di Giulia Bonavina

03 giugno 2024
Post lauream

Punto di riferimento per l’eccellenza accademica nel nostro Paese, ma anche luogo in cui ricerca e didattica si intrecciano per un unico scopo: comprendere e considerare l’essere umano come l’insieme indissolubile di corpo, mente e anima. È in questo contesto, nell'Università Vita Salute San Raffaele, che prende vita la storia di Giulia Bonavina e di una missione che solca i confini geografici e culturali fino ad arrivare in Sudan.

Giulia, oggi trentenne, è un’ex allieva della scuola di specializzazione di Ostetricia e Ginecologia di UniSR, diretta dal Prof. Massimo Candiani. Una delle 34 scuole di specializzazione offerte in UniSR, nate con l’intento di preparare i futuri professionisti ad affrontare e a toccare con mano le sfide della pratica clinica. Scuole, ma soprattutto esperienze formative multidisciplinari e concrete che, grazie alla stretta sinergia con l’Ospedale San Raffaele, ai laboratori di simulazione avanzati, ai suoi Centri di Ricerca e alla collaborazione con Organizzazioni Umanitarie, diventano preziose opportunità per mettere in pratica le competenze apprese in contesti reali.

Giulia Bonavina e Randa Kaltoud, Direttrice del Maternity Hospital di Port Sudan. Gentile concessione della Dott.ssa Giulia Bonavina.

L’esperienza a Port Sudan: una missione dal valore scientifico e umanitario

È oltre i confini accademici, infatti, che si spinge l’esperienza, ma anche il progetto e lo spessore scientifico della missione di Giulia che, nel 2021, al quarto anno di specialità, parte per la prima volta per il Sudan, grazie alla collaborazione tra UniSR e l’Associazione Italiana per la Solidarietà dei Popoli (AISPO), diretta dal Prof. Fabio Ciceri. Qui, presso il Maternity Hospital di Port Sudan, in uno Stato provato da conflitti, Giulia, sotto la guida del prof. Candiani, conduce la sua missione e il suo studio sull’impatto delle mutilazioni genitali sull’outcome ostetrico. Uno studio prospettico osservazionale su 500 pazienti, di cui è prima autrice, che dimostra come l’infibulazione aumenti il rischio di emorragia postpartum e, quindi, di mortalità, oltre ad avere ricadute sulla qualità della vita e sulle successive gravidanze.

Giulia Bonavina a Khartoum, Sudan. Gentile concessione della Dott.ssa Giulia Bonavina.

Le donne sudanesi, obiettivo di ricercatrice

Nel bel mezzo della missione, un golpe dell’esercito sudanese pone fine alla missione umanitaria e la dottoressa Bonavina è costretta a rientrare in Italia, ma il fermo immagine delle donne, vittime delle brutture della guerra, permane nella sua mente e diventa il suo obiettivo di ricercatrice.

Nel mese di febbraio del 2024 Giulia termina, infatti, la sua seconda missione presso l’Ospedale di Port Sudan, dove attualmente vengono eseguiti più di 1000 parti al mese e, sempre nel 2024, finalizza e pubblica uno studio di “Metanalisi” condotto su più di 80 mila donne, provenienti non solo dai Paesi africani, ma anche europei e asiatici.

Giulia Bonavina e Randa Kaltoud, Direttrice del Maternity Hospital di Port Sudan. Gentile concessione della Dott.ssa Giulia Bonavina.

Il sogno da realizzare insieme ad AISPO e UniSR

Lo Stato africano, però, con le sue donne e le loro storie, restano indelebili in Giulia che oggi ha un sogno: introdurre, in Sudan, insieme ad AISPO, UniSR e a un’equipe chirurgica multicentrica, la chirurgia laparoscopica ginecologica.

La missione umanitaria, resa possibile grazie alla collaborazione tra l'Università Vita-Salute San Raffaele e AISPO, ha rappresentato per la dottoressa un momento di svolta nella sua carriera. Una storia di coraggio e dedizione, oggi pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet, che incarna i valori fondamentali di UniSR. Un esempio tangibile, quello di Giulia, di come l'integrazione tra ricerca, didattica e impegno sociale possa dare vita ad azioni concrete che cambiano il mondo.

Come sottolineato dalla stessa dottoressa Bonavina, infatti:

Questa esperienza mi ha segnato profondamente come medico ma anche come donna. Ho avuto l’opportunità di mettermi in gioco in situazioni complesse e con pochissime risorse a disposizione. Valorizzare l’aspetto etico e umano della nostra professione ci permette di alleviare e di offrire le migliori cure ai nostri pazienti. Come mi è stato insegnato: non basta sapere e saper fare ma bisogna anche saper essere e saper divenire.

Per approfondire il racconto di Giulia sulla sua esperienza in Sudan, puoi leggere questo articolo pubblicato sul Corriere della Sera.

Cover: Gentile concessione della Dott.ssa Giulia Bonavina.

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