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SALUTE ALLO SPECCHIO: IL PROGETTO DEL SAN RAFFAELE PER LE PAZIENTI ONCOLOGICHE

14 February 2017
Research

Salute allo Specchio” è un progetto promosso dall’Ospedale San Raffaele in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele, ideato dalle Dott.sse Valentina Di Mattei, psicologa e ricercatore universitario, e Giorgia Mangili, responsabile oncologia ginecologica.

Salute allo Specchio” nasce dalla convinzione che eccellenza medica e qualità della cura debbano portare al pieno recupero del benessere fisico e psicologico della persona. È un percorso per ritrovare il sorriso e la fiducia in sé dedicato alle donne in cura per patologie oncologiche: questa iniziativa nasce per offrire un supporto concreto nella gestione degli effetti collaterali delle terapie, per ridare qualità alla vita, ritrovare vitalità, femminilità e il desiderio di stare con gli altri.

  • Foto: Ivan Genasi (http://www.saluteallospecchio.it/web/gallery-2/)
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Dal 30 gennaio al 3 febbraio, “Salute allo Specchio” ha aderito alla Giornata mondiale contro il cancro. Lo staff, composto da professionisti e volontari che con grande competenza, tenacia e passione accompagnano e coccolano le pazienti in ogni stadio del loro percorso, ha allestito un banchetto informativo e benefico per illustrare le diverse attività del programma a partire dal tema “We can. I can”, motto scelto quest’anno dalla campagna mondiale del World Cancer Day. Il segreto del successo di “Salute allo Specchio” sta nell’offrire un nuovo punto di vista e una nuova percezione della propria condizione. Questo progetto fornisce una rete di sostegno fondamentale: il supporto psicologico, oltre che medico, la condivisione di esperienze, l’instaurarsi di un legame forte e solidale, unito alle lezioni di trucco e quel po’ di sana vanità femminile aiutano le donne a guardarsi nuovamente allo specchio con fiducioso ottimismo e rinnovata autostima.

Ho un tumore, sarò mamma?”. È la legittima e timorosa domanda che si fanno tante donne che si vedono diagnosticare o insorgere un tumore nel momento più bello della loro vita: l’attesa di un figlio. Sul tema dell’onco-fertilità il 19 gennaio si è tenuto un incontro aperto al pubblico alla Casa dei Diritti del Comune di Milano, seguito dalla mostra fotografica “Oltre lo Specchio. Camei di donne” a cura di Marco Casiraghi e Guido Taroni. “Tumore” e “maternità” “sono due parole che possono convivere, anzi devono convivere, senza conflittualità. A volte è impossibile, ma tante volte sì. Allora è doveroso portare a termine la gravidanza facendo la chemioterapia, senza scegliere fra la mamma e il bambino: non c’è conflitto fra madre e figlio, possono e anzi devono essere curati bene entrambi” spiega la Dott.ssa Giorgia Mangili.

Oggi la prospettiva di maternità per pazienti oncologiche non è più irraggiungibile grazie a tante specialità e competenze che all’Ospedale San Raffaele si coordinano e lavorano insieme: ginecologi esperti di patologia della gravidanza, oncologi, oncologi ginecologici, ecografisti specializzati, radiologi, biologi, neonatologi… Infine, specifica la Dott.ssa: “Non si tratta di dare un figlio a tutte le donne con un tumore, ma di mettere tutte quelle che lo desiderano nelle migliori condizioni possibili per provare a realizzare il loro desiderio, mettendo a disposizione tutte le tecniche possibili”.

A partire dell’inizio del progetto abbiamo effettuato una ricerca per valutare se e come cambiano le pazienti dal punto di vista psicologico in seguito alla partecipazione. I dati raccolti nei primi tre anni di attività mostrano una riduzione significativa della sintomatologia ansiosa e depressiva ed un miglioramento degli indici di autostima. Le stesse pazienti vengono rivalutate anche dopo alcuni mesi e i dati evidenziano una stabilità dei benefici rilevati. La partecipazione al progetto sembra quindi favorire una modalità di funzionamento psichico stabilmente più adattivo alla situazione di malattia.

È molto difficile rispondere perché le occasioni sono davvero tante. Ogni volta che concludiamo un ciclo sicuramente è molto emozionante sentire l’entusiasmo e la riconoscenza delle pazienti che hanno partecipato. Siamo molto orgogliosi anche per i tanti ospedali in Italia e all’estero che ci chiedono di ‘esportare’ lì il nostro progetto, così come degli inviti a corsi e congressi per presentare questa nuova forma di terapia in oncologia.

Dico sempre che “Salute allo Specchio” non poteva che nascere qui. Il nostro Ateneo insegna prima di tutto che il malato va curato a 360 gradi e per farlo è necessario integrare le competenze di diverse discipline. Nel nostro caso la stretta collaborazione tra il Reparto di Ginecologia diretto dal Professor Candiani e il Servizio di Psicologia Clinica della Salute diretto dal Professor Sarno ha permesso di creare qualcosa che non esisteva prima e che costituisce una nuova opportunità professionale. Tuttavia sono convinta che per innovare sia necessario partire da basi teoriche e di metodo molto solide e tradizionali come quelle che da sempre il nostro Ateneo trasmette ai suoi studenti.

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