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Giornata mondiale del sorriso

un libro in collaborazione col San Raffaele racconta l’importanza della felicità

07 ottobre 2019
Ateneo

Sorridere come segnale di pace, per esprimere emozioni, stare meglio, instaurare legami.

Secondo Robert Provine, neuroscienziato americano, l’espressione che solleva gli angoli delle labbra e illumina lo sguardo è il miglior lubrificante sociale che ci sia.

 

In occasione della giornata mondiale del sorriso, che si celebra annualmente il 4 ottobre, abbiamo intervistato Eliana Liotta, giornalista e scrittrice, autrice di “Prove di felicità”  (La Nave di Teseo), scritto in collaborazione con l’Università e l’Ospedale San Raffaele di Milano: il saggio raccoglie “25 idee riconosciute dalla scienza per vivere con gioia”, come si legge nel sottotitolo.

Racconta l’autrice:

Per la prima volta in Europa, un’Università e un Ospedale hanno collaborato a un libro che parla di felicità, un ingrediente della vita difficile da definire e da quantificare, eppure essenziale per la salute. Per me è stato un onore lavorare con il San Raffaele e con i suoi scienziati, che mi hanno aiutata nella selezione degli studi più attendibili sulla gioia e sul benessere e anche nella revisione dei testi, pagina per pagina, ciascuno per le proprie competenze. Proprio la ricchezza disciplinare di questo polo scientifico mi ha dato la possibilità, nel saggio, di spaziare dalle neuroscienze alla nutrizione, dal sonno all’attività fisica, dalla psichiatria alla cultura filosofica più vasta, in modo che il racconto delle maggiori acquisizioni scientifiche non risultasse un’arida sequela di risultati di laboratorio”.

Charles Darwin, nel suo saggio “L’espressione delle emozioni negli animali e nell’uomo”, annota che sorriso, risate e lacrime di gioia sono comuni agli indù, ai cinesi, ai dayak del Borneo come agli abissini del Nord Africa” spiega Eliana Liotta. “Nel libro “Usare il cervello(La Nave di Teseo) del Prof. Gianvito Martino, Direttore Scientifico dell’Ospedale San Raffaele, si legge che, «se è vero che le espressioni muscolo-facciali legate a un’emozione in atto sono comuni pressoché ovunque nella popolazione mondiale, ciò potrebbe essere un’altra conferma della loro natura genetica condivisa». Vuol dire che sorridere sembra scritto nel DNA, è un’espressione sostanziale del nostro essere. Se non lo facciamo più, ne soffriamo. Il cervello diventa triste”.

 

L’importanza del sorriso viene confermata anche da studi dai quali emerge che l’espressione facciale influenza le emozioni. “La manifestazione gioiosa è lo schema espressivo che risulta più riconoscibile tra tutti quando guardiamo il volto di qualcuno”, continua la scrittrice. “Forse perché chi sa riconoscerla trova un amico”.

«Come tutte le emozioni anche la gioia è, per così dire, contagiosa e, in più, vantaggiosa», scrive di nuovo Gianvito Martino. «Vivere in una famiglia allegra allena il buonumore, riduce la tendenza ad ansia e depressione»”.

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