
In un’epoca dove il mondo virtuale è sempre più sovrapposto e interconnesso a quello reale, dove la propria immagine condivisa sui social media può esser modificata e ritoccata con appositi tool più e più volte, una domanda sempre più ricorrente è quale sia la percezione della propria immagine e soprattutto quale impatto abbia tutto ciò sulla nostra salute mentale.
Per rispondere a questo quesito è nato il progetto SatisFACE di UniSR – Università Vita-Salute San Raffaele, ideato dal Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche (CUSSB) e realizzato in collaborazione con i ricercatori della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dell’Università di Biomedicina dell’Università della Svizzera Italiana (USI) e dell’Università Sigmund Freud.
SatisFACE in UniSR

Sono orgogliosissimo di applaudire alle mie colleghe Brombin e Di Serio, tutto il gruppo del CUSSB, e ascoltare la prima wave di risultati di questo studio che rappresenta per noi e per l'Ateneo una punta di diamante
– Andrea Fossati, Preside della Facoltà di Psicologia.
Il 29 ottobre si è tenuta in Università Vita-Salute San Raffaele la presentazione del progetto SatisFACE e dei dati che sono emersi dalla survey organizzato nell’ambito del Festival della Statistica e della Demografia 2024. Lo scopo del progetto non è solo quello di approfondire il tema esaminandolo in un’ottica multidimensionale, ma anche quello di fornire agli psicologi dei dati reali utili per loro a migliorare il benessere psicologico nell’utilizzo del digitale.
I docenti UniSR si son detti molto entusiasti nel presentare i risultati emersi da questa prima parte del progetto, in quanto si sono analizzati degli aspetti di grande interesse per la comunità UniSR, infatti, come dice Mariaclelia Stefania Di Serio, Professoressa Ordinaria di Psicologia:
In questo piccolo progetto abbiamo sintetizzato la Mission della nostra Università: studiare contemporaneamente corpo, mente e spirito, che sono indissolubilmente uniti in un unicum.
Per gli studenti UniSR la presentazione di questo progetto è stato un modo per approfondire da un punto di vista leggermente diverso i loro argomenti di studio ma è stato anche un modo per comprendere alcuni meccanismi psicologici che regolano il loro comportamento e quello dei loro coetanei.
Selfie: editing o non editing?
A un anno e mezzo dalla pubblicazione dei risultati preliminari, lo studio del 2024 è stato condotto tramite survey online e ha coinvolto oltre 1600 partecipanti, tra adolescenti e preadolescenti. Il progetto ha avuto come obiettivo primario quello di comprendere la percezione della propria immagine nei selfie per i giovani.
È emerso che lo si fa prevalentemente per sentirsi parte di una community e rimanere in contatto con questa; il lato narcisistico ed esibizionista del selfie è quasi del tutto scomparso nelle nuove generazioni.
Quasi tutti editano i propri selfi, maggiormente i giovani adulti. Ma per quale motivo lo fanno?
Principalmente per la cosiddetta “beautification”, ovvero la volontà di apparire secondo i canoni estetici, a parte per i giovanissimi, i quali editano le proprie immagini solo quando non piace l’immagine o per abitudine.
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