Le terapie cellulari che impiegano la tecnologia CAR-T rappresentano una vera e propria rivoluzione nella lotta ai tumori del sangue: questa tecnologia consiste nell’ingegnerizzare geneticamente alcune cellule del sistema immunitario (nello specifico, i linfociti) per renderle capaci di riconoscere ed eliminare i tumori in maniera estremamente specifica. La straordinaria efficacia dei linfociti CAR-T è tuttavia accompagnata dal rischio di gravi tossicità, tra le quali la frequente sindrome da rilascio di citochine (CRS), molecole ad alto potenziale infiammatorio, e la più rara, ma purtroppo talvolta mortale, neurotossicità. Un team di ricercatori del San Raffaele ha scoperto il meccanismo molecolare all’origine di queste tossicità e ha dimostrato la potenziale efficacia di un farmaco, già in uso per l’artrite, nel prevenirle e curarle. L’importante scoperta, pubblicata su Nature Medicine, potrebbe avere un impatto immediato: rendere molto più sicura la terapia con linfociti CAR-T.
A guidare il lavoro al San Raffaele è stato Attilio Bondanza, prima ricercatore dell’Università Vita-Salute San Raffaele e da poco in Novartis, a Basilea. La ricerca è stata oggetto della tesi di Dottorato di Margherita Norelli, prima autrice della prestigiosa pubblicazione scientifica, ex studentessa di Biotecnologie UniSR e nostra PhD in Medicina Molecolare: assieme al Dott. Bondanza, ci ha raccontato il loro studio in un articolo pubblicato su UniScienza&Ricerca, il blog di scienza e ricerca della nostra Università. Per saperne di più leggi qui.