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Relazioni a rischio: la percezione del rischio aumenta l'intensità del sentimento

14 febbraio 2018
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Di studi sulla psicologia delle relazioni di coppia ce ne sono molti, talvolta frivoli o inconcludenti. Al contrario, lo studio che raccontiamo in quest’articolo, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Motivation and Emotion (Springer Nature), è rigoroso e innovativo: sviluppata all’interno dell’UniSR-Social.Lab, il laboratorio di ricerca in Psicologia Sociale dell’Università Vita-Salute San Raffaele, la ricerca ha studiato per la prima volta come il rischio percepito di concludere una relazione romantica influenzi l’intensità dei sentimenti di coppia.

Nello specifico, risulta che una crescente percezione del rischio di lasciarsi intensifichi l’attrazione e il coinvolgimento dei partner, fino al punto in cui il pericolo percepito è talmente elevato che tali sentimenti si riducono drasticamente.

La ricerca è stata ideata e condotta dalla Dott.ssa Simona Sciara, prima autrice del lavoro, ex studentessa presso il Corso di Laurea in Psicologia del nostro Ateneo e Membro Ufficiale del Social.Lab, e dal Prof. Giuseppe Pantaleo, nostro Ordinario di Psicologia Sociale e Direttore dell’UniSR-Social.Lab.

“IN AMORE VINCE CHI FUGGE” E ALTRE ESPERIENZE COMUNI

Da qualche tempo – racconta il Prof. Pantaleo – ero interessato a studiare la dinamica dei processi emotivi e motivazionali nelle relazioni interpersonali; è una dinamica tutt’altro che intuitiva, che dà luogo a cosiddetti “effetti paradossali”. La Dott.ssa Sciara ha studiato questi processi nell’area delle relazioni romantiche, analizzando l’intensità di sentimenti di attrazione e coinvolgimento all’interno della coppia”.

È esperienza abbastanza comune che fattori oggettivi, esterni, influenzino l’intensità dei sentimenti di coppia: è il caso, ad esempio, del cosiddetto “effetto Giulietta e Romeo”, in cui tanto maggiore è l’interferenza dei genitori tanto più aumenta il sentimento di coppia, studiato da Richard Driscoll e colleghi già nel 1972. Sempre nella metà degli anni ’70, invece, Jack Williams Brehm aveva formulato una predizione teorica sull’intensità della motivazione [1], poi sfociata nella teoria dell’intensità delle emozioni [2]: Un vero gioiello, cui abbiamo scelto di dar seguito con questo studio”.

La ricerca UniSR ha infatti dimostrato, in maniera sistematica, come sia la percezione che abbiamo di un determinato ostacolo a mediare l’effetto degli ostacoli oggettivi sull’intensità dei sentimenti di coppia. Non solo: questa teoria pone anche una soglia oltre la quale l’attrazione che proviamo nei confronti di un partner che si fa prezioso non diminuisce gradatamente, ma di colpo. Insomma, molto più del semplice “in amore vince chi fugge”.

LA NOVITÀ DI QUESTO STUDIO

Spiega la Dott.ssa Sciara: “Abbiamo analizzato le reazioni di 104 giovani adulti che, per la loro natura “passionale”, ben si prestano a uno studio volto a valutare la modulazione dell’intensità del sentimento, tutti coinvolti in una relazione di coppia stabile (mediamente da 2 anni): questo dato è particolarmente rilevante e segna la svolta rispetto a precedenti ricerche. In letteratura, gli studi sulle relazioni romantiche richiedono spesso ai partecipanti di immaginare eventuali partner o persone ideali: noi invece abbiamo stabilito come criterio di inclusione che tutti i partecipanti dovessero essere realmente coinvolti in una relazione”.

In una condizione di controllo (rischio sconosciuto) si misura l’intensità del sentimento romantico di base. Se il  nostro partner ci fa un piccolo torto, qualcosa che valutiamo di poco conto – continua – l’intensità del sentimento si riduce notevolmente. Di fronte a uno sgarbo maggiore, invece, come per esempio un comportamento che susciti il sospetto di un tradimento, l’intensità del sentimento romantico aumenta. Per quanto paradossale, questa reazione risulta sensata, anche da un punto di vista adattivo, in quanto aiuterebbe a mantenere e a consolidare il legame col proprio partner. Quando, infine, l’atteggiamento del partner nei nostri confronti diviene negativo al punto da farci percepire un concreto rischio che la relazione finisca, allora si oltrepassa la soglia oltre la quale l’intensità del sentimento diminuisce drasticamente, fino a scomparire. E questo avviene ancora prima che la relazione abbia fine”.

La soglia di intensità è soggettiva e dipende dall’importanza che per noi rivestono quel partner e quella determinata relazione: “Di fronte a relazioni molto importanti siamo disposti a superare enormi ostacoli, che non fanno altro che aumentare la soglia e, quindi, intensificare i sentimenti di amore e unione con l’altra persona”.

QUALI SONO GLI “OSTACOLI” DA SUPERARE?

A nostro avviso, è di fatto inutile elencare tutte le possibili caratteristiche e comportamenti negativi del partner che, in teoria, potrebbero agire da ostacoli. Per questo ci siamo chiesti: cosa accomuna le caratteristiche negative che potrebbero dare luogo alla percezione di lasciarsi? Il nostro studio ha dimostrato che tutto ciò che viene percepito come rischioso per la relazione è in grado di modulare l’intensità del sentimento in maniera tutt’altro che ovvia”.

I PROSSIMI PASSI

Il progetto si è sviluppato come tesi di laurea magistrale della Dott.ssa Sciara (conseguita con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore) ma, come entrambi specificano, “non è mai stata semplicemente una tesi”: “Lo studio è partito con l’obiettivo di fare ricerca, ed è diventato una tesi quasi in via collaterale: si tratta di un aspetto decisamente peculiare del nostro Ateneo, che consente ai nostri studenti di venire fin da subito coinvolti nel processo di ricerca” riflette infine il Prof. Pantaleo.

Quali sono i prossimi step?

In futuro vorremmo indagare in che misura la stessa predizione teorica valga anche per sentimenti negativi: ad esempio, se si trattasse della gelosia, tanto più il partner cercasse di rassicurarci, tanto più dovremmo essere gelosi, fino al punto oltre al quale ci sentiremmo davvero completamente rassicurati e la gelosia non avrebbe più ragione di esistere”.

1. Brehm, J. W. (1975). A theory of motivational suppression. Unpublished grant proposal, University of Kansas

2. Brehm, J. W. (1999). The intensity of emotion. Personality and Social Psychology Review, 3, 2–22

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